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  Gli Articoli di MondoMarino.net
Pesci e colori
di Ylenia CHIARI


  
Scorfano rosso (Scorpaena scrofa)
Foto di Guglielmo CICERCHIA
C’è chi il mare lo ama solo da sotto la superficie, chi si accontenta di guardare il susseguirsi delle onde, chi vorrebbe capire ogni singolo meccanismo delle sue forme di vita e chi lo sogna perché è talmente lontano che non può fare altrimenti…
Premesso questo, il mare è anche una fonte inesauribile di spunti per i curiosi, per quelli che hanno sempre i “perché” sulla punta della lingua.

La diversa colorazione dei pesci marini rappresenta per sub, biologi ed appassionati acquariofili un mistero. Anzi, in questo stesso contesto i misteri sono molteplici, dal come si attui il differente pattern (motivo) di colorazione a perché vi sia una così grande varietà.

I pesci che abitano le barriere coralline si presentano all’osservatore come un caleidoscopio di colori: ci sono colorazioni sessuali, colorazioni legate alla diversa età, colorazioni correlate al corteggiamento, alla difesa del territorio ed altre mimetiche .Non solo, lo stesso pesce in momenti differenti della sua vita può presentarle tutte quante. Che bisogno ha un pesce di essere a strisce per un certo lasso di tempo e poi cambiare? E perché poi pesci della stessa specie presentano una differente colorazione a seconda del sesso? Certo non sarà solo per confondere le idee ai malcapitati che tentano di identificarli.

  
Pesce occhio grosso (Priacanthus hamrur)
Foto di Guglielmo CICERCHIA
I differenti stili di vita e le zone della barriera che gli stessi pesci abitano determinano una colorazione che è un compromesso fra varie funzioni e, in generale, in un ambiente non uniforme come quello in questione, i pesci sono in grado di controllare la loro livrea e di modificarne il colore secondo le necessità, cercando di rendersi il più possibile invisibili, siano essi prede o predatori.

Il rosso è un colore comune nei pesci. Verrebbe da pensare che il rosso sia eccessivamente vistoso e facile per un predatore da trovare, ma va notato che gli individui che presentano largamente questa tonalità vivono in acque scure o profonde o sono notturni: considerando che il rosso è in mare una delle lunghezze d’onda della luce che viene assorbita per prima, un pesce rosso non risulterà tale se non illuminato direttamente da un fascio di luce e sarà quindi ottimamente camuffato allo stesso modo di come un oggetto rosso di notte appare grigio. Il pesce scoiattolo o il priacantide occhio grosso sono un eclatante esempio.

  
Barracuda (Sphyraena barracuda)
Foto di Alberto ROMEO
Squali e tonni o comunque pesci che trascorrono la loro vita principalmente in aperto oceano, presentano invece una netta differenza di colore fra parte superiore ed inferiore del corpo, in grado di renderli poco visibili. Generalmente il dorso è scuro, mentre il ventre è chiaro, in modo che se osservati da sopra la superficie dell’acqua essi scompaiono confondendosi con le acqua scure sottostanti, mentre se osservati dal basso verso l’alto, il ventre luminoso si confonde con l’acqua sovrastante.

  
Pesce pagliaccio (Amphiprion bicintus)
Foto di Guglielmo CICERCHIA
La capacità di mutare la livrea è determinata dalla presenza nella pelle di specifiche cellule, chiamate cromatofori, adibite a questa funzione: le più comuni sono quelle ricche di melanina nera e denominate per questo melanofori. L’iridescenza e colori strutturali come blu e verde sono invece causati da iridofori, mentre colori vivaci possono essere prodotti da altri cromatofori, contenenti per es. carotenoidi giallo, arancio o rossi.

Le bande bianche di un pesce pagliaccio sono causate da una densa popolazione di iridofori, mentre è ragionevole supporre che la pigmentazione scura nel pesce angelo sia il risultato dell’azione dei melanofori e che le sue strisce bianche siano derivate sempre da iridofori. Cambiamenti di colore che richiedono tempo per attuarsi, come nel caso del cambiamento di livrea fra una fase giovanile ed una adulta, sono determinati sia da un incremento del numero dei cromatofori, sia da un aumento dei pigmenti all’interno dei cromatofori stessi. Cambiamenti rapidi come nel caso di un pesce con livrea di “difesa” o “attacco” nei confronti di un altro individuo sono determinati da un movimento dei pigmenti che possono o concentrarsi in un punto al centro di ogni cromatoforo, facendo sparire quel determinato colore dalla livrea, o espandersi in modo da aumentare l’intensità del colore stesso.

  
Pesce cobra (Pterois miles)
Foto di Guglielmo CICERCHIA
La necessità di comunicare la propria intenzione di attaccare, di difendersi o difendere il proprio territorio è estremamente vantaggiosa per un pesce. Un avvertimento di questo tipo evita alle parti in causa, o almeno tenta di evitare, uno scontro diretto nel quale anche il vincitore potrebbe comunque ricavarne un danno fisico tale da rendere vana la vittoria. Limitandosi ad un combattimento a suon di cambi di livrea e movimenti particolari del corpo, i contendenti possono risparmiare notevoli energie ed eventuali danni.
  
Pesce farfalla semimascherato (Chaetodon semilarvatus)
Foto di Guglielmo CICERCHIA
Tornando al pesce angelo, le forme giovanili sono molto simili fra loro a livello di colorazione, e differiscono invece notevolmente nella forma adulta.
Un cambiamento in questo senso è da correlarsi alle diverse esigenze: per entrambe le forme sarà importante nutrirsi e ripararsi dai predatori, ma differiranno per es. per l’habitat, da qui la necessità di un pattern che permetta loro di confondersi il meglio possibile con l’ambiente circostante o di attuare altri atteggiamenti mimetici, come possedere ad esempio un falso occhio disegnato su una pinna, per proteggere il vero occhio da eventuali attacchi. In un’altra forma di mimetismo, chiamata disruptiva, i disegni e le linee presenti sul corpo mascherano il contorno del pesce stesso oppure gli permettono di confondersi con l’ambiente circostante; l’idolo moreno o la baketa ne sono un esempio.

Per un adulto sarà poi importante anche riprodursi. Come nell’uomo, anche negli animali avviene una selezione sessuale, ovvero una preferenza da parte di una femmina per un maschio con determinate caratteristiche; spesso quelle che rendono un pesce maschio attraente sono proprio una colorazione brillante e vivace, che pare possa essere indicativa di un buon stato di salute. I maschi rivaleggiano per la conquista delle femmine e caratteri che spesso danno loro un vantaggio in questo senso, li rendono maggiormente esposti ad esempio ad altri pericoli, come una maggiore probabilità di essere predati. Le colorazioni sgargianti saranno quindi un compromesso fra la capacità di attirare una femmina e la necessità di non essere eccessivamente visibile (magari vivendo in un’area in cui tale livrea si possa in qualche modo confondere con l’ambiente circostante, come nel caso di alcuni gobidi, che vivono in stretta associazione con gorgonie dello stesso colore).

  
Pesce ago dal petto nero (Corythoichthys nigripectus)
Foto di Guglielmo CICERCHIA
In questo contesto un caso particolare è rappresentato dal pesce ago, Syngnathus typhle, dove le femmine competono per i maschi: in questo caso tali femmine sviluppano una livrea ornamentale temporanea durante la competizione con altre femmine e durante la danza nuziale con il maschio. L’ornamento non è altro che un incremento dell’intensità delle strisce già presenti normalmente nella livrea del pesce.

L’importanza del colore ai fini di un corteggiamento e quindi di un accoppiamento è anche ben rappresentato da quelle specie che nel corso della loro vita presentano una fase femminile e poi una maschile (o viceversa) con relativo cambiamento di livrea. In questo caso un complesso sistema di ormoni che porta ad un cambiamento di sesso, è anche in grado di determinare l’attuarsi di un cambiamento di colore nel pesce stesso. Un valido esempio sono alcune specie di serranidi ed alcune specie di gobidi.

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