Li abbiamo visti spesso. Scatenano in noi diverse impressioni. Talvolta
ribrezzo, soprattutto verso chi non ne ha mai avuto a che fare e si ritrova
avvinghiato fra i loro tentacoli. Ma possono affascinare, soprattutto in immersione,
quando osserviamo un polpo (intendo dire quelli molto grandi, oltre il metro
di lunghezza) e quasi si vuole immaginare cosa stiano pensando. E le piovre
giganti? Quanti romanzi, film o altro sono stati fatti su possibili avvistamenti
di questi veri e propri giganti del mare?
POSIZIONE
SISTEMATICA E ANATOMIA ESTERNA |
Phylum |
MOLLUSCA |
Subphylum |
ADENOPODA |
Superclasse |
CONCHIFERA |
Classe |
CEPHALOPODA |
Apprezzati per le loro ottime carni, si hanno solitamente idee poco riguardo
a questi animali.
Indispensabile è sottolineare la loro identità di Molluschi.
Questa può essere una sorpresa, vista la loro inoppugnabile differenza
rispetto a cozze, bocconi, lumache di mare e vongole; ma è oramai dimostrato
la loro origine dagli stessi progenitori dei Gasteropodi (patelle, bocconi,
nudibranchi, ecc.), quali i monoplacofori ciclomi (fossili simili esternamente
a patelle).
Come fatto con i nudibranchi, è preferibile dare una spiegazione razionale
della morfologia esterna dei cefalopodi. Sarebbe affascinante addentrarsi nell’anatomia
del sistema nervoso e focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti importanti
della loro etologia; ma questi ultimi sono elementi spesso sottolineati nei
documentari. In questa sede, quindi, ne preferisco sottolineare altri, quali
la storia evolutiva.
Il corpo dei cefalopodi è perfettamente simmetrico ed è distinguibile
in due parti fondamentali: capo e tronco o seno palleale. Le altre strutture
esterne importanti sono imbuto (o sifone od iponoma) ed i tentacoli.
In corrispondenza del capo sono visibili due grandi occhi; questi sono diversamente
sviluppati a seconda che si consideri l’una o l’altra delle due
sottoclassi in cui sono suddivisi i cefalopodi viventi (Nautiloida e Coleoida).
Nei nautiloidi (comprendenti il solo genere Nautilus) l’occhio è
piuttosto rudimentale, mancando di sistemi d’accomodamento e di mobilità.
I coleoidi si caratterizzano al contrario per l’elevata efficienza dell’organo
visivo; è infatti dimostrato che essi, e soprattutto Octopus, sono in grado
di distinguere diversi oggetti e colori.
Sotto il capo si colloca l’imbuto; questo deriva dall’organo
locomotorio tipico di tutti i Molluschi, il piede. Tramite il sifone viene espulsa
l’acqua al fine di creare la forza necessaria per originare la spinta
nel mezzo acquoso. La maggior parte dei cefalopodi nuota quindi per propulsione
a reazione.
Anteriormente al capo e attorno l’apertura orale sono presenti un numero
variabile di braccia tentacolari. Si pensava un tempo che si fossero evolute
dal piede dei primitivi Molluschi; da qui il nome di cefalopode (=con piede
collegato al capo). Per questo motivo molti Autori preferiscono ora chiamare
questa classe col termine di sifonopodi (=con piede trasformato in imbuto).
Nei nautiloidi le braccia tentacolari si dispongono in due corone concentriche
e sono presenti in gran numero (da 80 a 90); sono molto esili, con la porzione
apicale retraibile nella basale e sprovviste di ventose.
I coleoidi hanno poche braccia tentacolari (da 8 a 10), ma sono robuste e munite
di ventose, uncini e cirri. Le ventose hanno una ben conosciuta proprietà
aderente; questa si esplica attraverso la contrazione di piccoli fasci muscolari
alla base delle ventose che permette di creare una forte depressione, garantendo
quindi una salda adesione.
Il numero e le caratteristiche delle braccia tentacolari sono differenti a seconda
dell’ordine di coleoidi considerato; questi sono quattro:
- Sepiida;
- Teuthida;
- Vampyromorpha;
- Octopoda.
Gli ottopodi hanno otto braccia tentacolari uguali fra loro (es.: Octopus vulgaris,
il polpo comune), mentre sepiidi (es.: Sepia officinalis, la comune seppia)
e teutidi (es.: Loligo vulgaris, il calamaro, oppure i totani, Todarodes sagittatus
e Illex coindetii) hanno la corona formata da dieci braccia: le otto braccia
tentacolari, relativamente brevi e munite di ventose, e due lunghe e snelle,
dette tentacoli. Questi ultimi sono invaginabili e hanno piccole ventose solo
nella parte apicale, appiattita a spatola.
I maschi dei coleoidi hanno inoltre una delle braccia tentacolari (la quarta
ventrale di destra o di sinistra negli ottopodi, la terza ventrolaterale di
destra o di sinistra in teutidi e sepiidi) totalmente o parzialmente modificata
in una sorta di organo copulatore (detto ectocotile).
Si sarà notato che non si è fatto cenno all’ordine dei vampiromorfi.
Per quanto riguarda quest’ultimo, se ne parlerà successivamente.
Una delle caratteristiche tipiche di un mollusco è la conchiglia.
Ci si può quindi chiedere come si sia evoluta questa componente nei cefalopodi;
un tale discorso è inoltre utile per introdurre a grandi linee l’affascinante
storia naturale di questi animali.
Oggi una conchiglia ben formata esiste solo nei nautiloidi, col solo genere
indopacifico Nautilus. Nella restante sottoclasse va incontro a profonde modifiche
o scompare del tutto.
Nei sepiidi è ancora presente, anche se profondamente modificata e con
un grado di mineralizzazione progressivamente minore. In Spirula ha forma di
chiocciola, mentre in Sepia è ridotta e si presenta appiattita e limitata
alla sola parte ventrale (il cosiddetto osso di seppia).
Nei Teutidi la conchiglia si limita ad una sottile lamina di natura organica
non mineralizzata, detta gladio o penna.
Negli ottopodi la conchiglia è ridotta ad un sottilissimo bastoncello o
è del tutto assente, come nel polpo.
Le conchiglie dei nautiloidi hanno tuttavia un’organizzazione strutturale
differente rispetto a quella degli altri Molluschi; esse sono infatti divise
in due parti fondamentali: il fragmocono, a sua volta diviso in più camere
trasversali, e la camera del corpo, posta anteriormente, unica porzione della
conchiglia abitata dall’animale.
Tutto il fragmocono è attraversato dal sifuncolo, una propaggine del tessuto
esterno dell’animale.
Il sifuncolo, insieme a tutte le strutture che gli sono intorno, è utilizzato
per variare il peso specifico dell’animale e quindi regolare la profondità
alla quale nuota .lo stesso. Le camere del fragmocono contengono liquido e una
certa quantità di gas (azoto, ossigeno e argon); essa può essere variata
o attraverso l’assorbimento o la produzione di gas da parte del sifuncolo.
Tale principio di immersione è stato immediatamente imitato dall’uomo
nell’invenzione dei sommergibili; se ci pensate, il primo costruito si
chiamava Nautilus….
Ciò che si sta ora descrivendo riguardo alla conchiglia, è la situazione
odierna. Ci troviamo dopotutto di fronte ad un gruppo di animali molto interessante
ma non molto diversificato. Se si possono avere problemi a considerare un cefalopode
come un mollusco, nessuno ha problemi ad immaginare polpi, seppie, totani, calamari
e piovre collocati in un unico raggruppamento.
Bisogna tuttavia dire che non è sempre stato così e ciò è
dimostrabile considerando i resti fossili di questi animali, soprattutto le
conchiglie. Basti solo un dato numerico: oggi esistono solo cinque ordini di
cefalopodi, ma ne sono stati riconosciuti fino a questo momento altri 14 estinti
in tempi remoti.
La piena conquista dei mari per i cefalopodi è avvenuta con l’“invenzione”
del nuoto a propulsione, avvenuta prima dell’evoluzione dei pesci durante
il Medio-Alto Cambrico. Tutto ciò ha permesso l’evoluzione di un
numero incredibile di specie, munite di conchiglie dall’aspetto diversissimo
e talvolta gigantesche (se ne sono trovate lunghe fino a 5 m oppure con un diametro
di 3 m). Durante il Cambrico erano dunque i padroni incontrastati dei mari,
ma tale successo evolutivo veniva a spengersi con l’evoluzione dei pesci,
molti dei quali diventarono predatori degli antichi cefalopodi.
Riuscirono a sopravvivere solo quei gruppi caratterizzati da conchiglie leggere,
non ingombranti. Il risultato di tutto ciò è che a tutt’oggi
non rimane alcuna traccia dell’antico dominio dei cefalopodi negli oceani
della terra, fatta eccezione per le loro conchiglie.
Merita un ulteriore cenno il famoso inchiostro prodotto da questi animali.
L’inchiostro è prodotto da una ghiandola posta al livello dell’ano
la cui superficie è ricca di cellule che producono melanina. Immagazzinato
in un apposito sacco, l’inchiostro viene fatto uscire dall’ano,
e quindi dall’imbuto, quando l’animale si sente minacciato in maniera
tale da creare una cortina mimetica.
In realtà si pensa che l’inchiostro, oltre alla melanina, contenga
sostanze in grado di neutralizzare la sensibilità chimica dei pesci.
@ Nutrizione
Sono per lo più predatori carnivori. I nautiloidi sono necrofagi, mentre
alcuni sepiidi (Spirula) ed ottopodi abissali sono detritivori.
L’apertura orale si apre fra i tentacoli ed è in comunicazione con
un bulbo boccale; quest’ultimo è fornito di robuste pareti muscolari
e di una mandibola o becco, formato da due pezzi che si articolano a cesoia.
All’interno del bulbo è presente inoltre la radula, struttura esclusiva
del phylum Mollusca, sorta di grattugia attraverso la quale viene triturato
il materiale ingerito.
@ Riproduzione
I Cefalopodi sono per lo più dioici, cioè a sessi separati. Pochi
sono i casi di specie ermafrodite; questo può essere il caso in alcuni
Ottopodi abissali.
L’ectocotile, di cui si è parlato precedentemente, è utilizzato
dai maschi per introdurre nella cavità palleale della femmina gli spermatozoi,
custoditi in un ammasso gelatinoso. Talvolta il braccio tentacolare si stacca
e rimane nella cavità. Per tale motivo in passato si pensava che l’ectocotile
fosse un parassita.
Le uova vengono deposte sul fondale o ancorate alla roccia o al
tallo delle alghe in diverse strutture quali cordoni o grappoli; solo in alcune
specie abissali le uova sono liberate nel mezzo acquoso.
Sono note cure parentali della madre nei confronti delle uova. Queste vengono
infatti protette, ripulite e ossigenate col movimento dell’acqua da parte
della madre.
Interessante è considerare il caso degli Argonautidae, famiglia di ottopodi
che comprende specie pelagiche caratterizzate da un marcatissimo dimorfismo
sessuale, cioè da una marcata differenza morfologica fra i rappresentati
dei due sessi: il maschio raggiunge al massimo la lunghezza di 1.5 cm, mentre
la femmina arriva anche a 20 cm.
La femmina di Argonauta presenta due delle braccia tentacolari modificate a
formare una sorta di lamina le quali, quando appaiate insieme, secernono una
struttura simile ad una conchiglia, definibile come pseudo-conchiglia nidamentale.
Questa struttura è utilizzata dalla femmina come contenitore per le uova
e come armatura protettiva per lei e, talvolta, per il maschio.
@ Ecologia
I cefalopodi sono tutti marini e, in gran parte, costieri; molte specie sono
pelagiche e solo qualcuna è abissale.
I nautiloidi vivono fra i 50 e i 650 m. I coleoidi preferiscono i mari con salinità
elevate (32-37 ‰) e temperature non troppo basse: mancano, infatti, nel
Mar Nero e nel Mar Baltico, mentre abbondano nel Mediterraneo e nelle regioni
costiere degli oceani.
@ Distribuzione ed Ulteriori Informazioni
Si conoscono circa 10.000 specie fossili e circa 730 specie viventi. Nei mari
italiani sono presenti con 58 specie, riunite in 21 famiglie.
Sono presenti tutti gli ordini, tranne i nautilidi e i vampiromorfi.
Per quanto riguarda questi ultimi, comprendono una sola specie abissale (Vampyroteuthis
infernalis), lungo fino a 28 cm, diffuso in tutti gli oceani del mondo. È
a metà strada fra un polpo ed un calamaro ed ha 10 tentacoli corti ed esili.
Da menzionare la famiglia Architeuthidae cui fanno riferimento le
famose piovre giganti. Le più grandi sono Architeuthis dux ed A. princeps,
rispettivamente lunghe fino a 2 m e 22 m, diffuse negli abissi oceanici e ad
alimentazione necrofaga.
Non si sa quanto siano affidabili avvistamenti di individui più grandi
e comunque sono da dimostrare i ritrovamenti su carcasse di capodogli, loro
predatori, di tracce di ventose tanto grandi da potersi riferire ad esemplari
di 40 m ed oltre.
Altre due importanti caratteristiche, entrambi risposte a stimoli ambientali,
meritano menzione: il cambiamento di colore e la luminescenza.
Per quanto riguarda il cambiamento di colore, è dovuto alla presenza di
diversi strati di cellule sotto l’epidermide le quali contengono diversi
pigmenti. Queste cellule sono collegate a piccoli fasci muscolari i quali le
stirano o comprimono in maniera tale da evidenziare uno strato o l’altro.
Ciò, in ultimo, determina il cambiamento di colore.
Soprattutto importante è lo strato di alcune cellule, i cromatofori, il
cui stato di contrazione è direttamente sotto l’influenza del sistema
nervoso ed è quindi influenzato da stimoli visivi (come nelle seppie, e
in questo caso si può parlare di mimetismo) o stati di particolare eccitazione
(come in calamari e polpi, i quali assumono colorazioni particolarmente vivaci
durante atteggiamenti difensivi o aggressivi).
La luminescenza è presente in diverse specie abissali dei Teutidi e in
alcuni Sepiidi. È dovuta alla presenza di batteri simbionti, albergati
in nicchie del corpo (come in Spirula) oppure a particolari cellule (fotofori),
localizzate in precisi punti della superficie del corpo.
La presenza di precisi pattern luminosi faciliterebbe l’incontro
e il riconoscimento fra individui della stessa specie, fattore utile nell’oscurità
degli abissi marini.
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