Un famoso zoologo americano di origine svizzera, Louis Agazzon, vissuto nel
XIX secolo, definì questi curiosi animaletti come dei "piccoli gamberetti
appesi alla roccia con la testa, chiusi in una casa calcarea e che a calci buttano
il cibo nella propria bocca".
Effettivamente i Cirripedi, anche se a prima vista possono sembrare
simili a molluschi, come cozze o patelle, sono in realtà crostacei parenti
di granchi e gamberi. La classe di Cirripedi comprende forme esclusivamente
marine che per la loro maggior parte conduce vita libera (si fa per dire!) attaccata
agli scogli o su oggetti galleggianti, mentre una piccola parte comprende forme
evolutesi nel commensalismo e nel parassitismo. Tali specie sono per lo più
parassite di altri grossi crostacei come granchi o aragoste, ma non si può
non citare l'epica lotta senza fine tra questi piccoli crostacei e i più
grandi animali del mondo, cioè le balene.
Una lotta non certo combattuta con violenti colpi di coda, al contrario
tutto si gioca sul reciproco tasso di crescita: le balene cercano di togliersi
di dosso i loro parassiti cambiando velocemente pelle, mentre i Cirripedi accelerano
il loro tasso di crescita per potersi riprodurre e quindi ricolonizzare la superficie
cutanea del grosso mammifero.
Ma andiamo a conoscere un po’ meglio questi organismi. La larva di un
Cirripede dopo aver vagato qua e là per il mare, decide che è ora
di metter su casa e si sceglie una bella roccia dove sistemarsi. Spesso questa
roccia è già popolata di numerosi suoi conspecifici, anzi sono proprio
loro che, attraverso messaggi chimici, attirano il nuovo inquilino. Il perché
di tale comportamento lo vedremo più avanti. La larva si fissa quindi al
substrato e per fare ciò utilizza delle speciali ghiandole adesive situate
sulle antenne. A questo punto la parte anteriore del corpo dell'animale si riveste
di una robusta carenatura formata da una serie di piastre calcaree (di solito
5 o 6). La carenatura può essere chiusa separando così ermeticamente
l'animale dall'ambiente esterno grazie ad altre 2 piastre che fungono da opercolo.
Gli arti invece si sviluppano in appendici pennate dette cirri (da qui
il nome Cirripedi) che possono essere estroflesse dalla corazza e che svolgono
la funzione di alimentazione filtrando piccoli organismi planctonici che poi
vengono convogliati all'interno della bocca.
I Cirripedi non sono solo l'unico gruppo di crostacei sessili, ma sono anche
l'unico grande gruppo di crostacei ermafroditi. Ogni individuo può essere
all'evenienza maschio o femmina, anche se non possono esserlo contemporaneamente.
Durante la riproduzione quelli che si comportano da maschi allungano a dismisura
il loro organo copulatore, fino a farlo entrare all'interno della corazza del
vicino che si sta invece comportando da femmina, ecco spiegato perché tendono
a formare gruppi numerosi di individui. Gli spermi vanno a fecondare le uova
conservate in uno speciale ovisacco. Dalla fecondazione fuoriesce una larva
tipica dei crostacei denominata Nauplius che dopo una serie di mute si
trasforma in una nuova larva detta Cypris che ricomincia il ciclo.
I Cirripedi che conosciamo meglio sono sicuramente i Balani,
chiamati comunemente Denti di Cane e se qualcuno ha mai camminato sopra
la cintura formata dalle colonie di questo organismo sarà d'accordo con
me sull'appropriatezza del loro soprannome. Essi vivono nella zona intertidale,
anzi, un rappresentante della classe dei Cirripedi, lo Chtamalus Stellatus,
segna con la sua presenza il limite tra la fascia mesolitoranea (la zona di
marea) e la fascia sopralitoranea (la zona degli spruzzi). Chtamalus
è particolarmente bravo nel resistere all'essiccamento e può vivere
anche per alcuni giorni fuori dall'acqua. Per riuscire in questa performance,
chiude la sua corazza con l'opercolo trattenendo alcuna gocce d'acqua che gli
garantiranno la sopravvivenza durante la bassa marea.
Una curiosità: sapete qual è uno dei predatori più feroci dei
Balani? E' una specie di Bavosa, più precisamente la Bavosa galerita.
Questo simpatico pesciolino salito agli onori della cronaca dopo
la sua azzeccata imitazione da parte di Luca Laurenti in "Striscia la Notizia"
è perfettamente adattato a vivere in acque molto basse. La Bavosa si apposta
nei pressi di un gruppo di Balani aspettando che un'onda un po’ più
alta non li convinca ad aprire l'opercolo e ad estrarre i cirri. A questo punto
la Bavosa scatta fulminea ad afferrare e tirar fuori dal proprio guscio il povero
crostaceo.
Un altro gruppo di animali appartenenti ai Cirripedi abbastanza comune anche
se non quanto i loro cugini Balani sono i Lepadi. Questi ultimi si differenziano
per la presenza di un peduncolo che li tiene attaccati al substrato, che di
solito è rappresentato da tronchi o altri oggetti galleggianti.
Con la carena molto chiara ed il lungo peduncolo somigliano vagamente
ad uccelli dal lungo collo, con le ali bianche e la coda nera (che sarebbe il
gruppo di cirri estroflessi). Questa somiglianza unita all'originale modo di
vivere ha creato nel passato un equivoco a dir poco incredibile. Infatti fino
al 1700 si credeva che i Lepadi non fossero altro che (forse non ci crederete
, ma è così) uccelli. O meglio, forme larvali di uccelli che nascono
su tronchi caduti in mare e vi rimangono appesi fino a che, una volta completato
lo sviluppo, non prendono il volo. Oggi naturalmente sappiamo che non è
così e che i Lepadi sono addirittura i progenitori dei Denti di Cane che
si sono evoluti successivamente per riduzione del peduncolo. La prova di tale
evoluzione è data dalla presenza di un gruppo di Cirripedi chiamati Scalpellidi,
abitanti degli abissi marini, dotati di un peduncolo ricoperto però di
piastre e che si posizionano a metà nell'albero evolutivo tra Lepadi e
Balani.
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