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I Cirripedi
di Francesco GERI

Un famoso zoologo americano di origine svizzera, Louis Agazzon, vissuto nel XIX secolo, definì questi curiosi animaletti come dei "piccoli gamberetti appesi alla roccia con la testa, chiusi in una casa calcarea e che a calci buttano il cibo nella propria bocca".


  
Lepade (Lepas anatifera)
Foto di Alberto ROMEO
Effettivamente i Cirripedi, anche se a prima vista possono sembrare simili a molluschi, come cozze o patelle, sono in realtà crostacei parenti di granchi e gamberi. La classe di Cirripedi comprende forme esclusivamente marine che per la loro maggior parte conduce vita libera (si fa per dire!) attaccata agli scogli o su oggetti galleggianti, mentre una piccola parte comprende forme evolutesi nel commensalismo e nel parassitismo. Tali specie sono per lo più parassite di altri grossi crostacei come granchi o aragoste, ma non si può non citare l'epica lotta senza fine tra questi piccoli crostacei e i più grandi animali del mondo, cioè le balene.


  
Cirripedi denti di cane (Balanus species)
Foto di Lucia SCORDATO
Una lotta non certo combattuta con violenti colpi di coda, al contrario tutto si gioca sul reciproco tasso di crescita: le balene cercano di togliersi di dosso i loro parassiti cambiando velocemente pelle, mentre i Cirripedi accelerano il loro tasso di crescita per potersi riprodurre e quindi ricolonizzare la superficie cutanea del grosso mammifero.

Ma andiamo a conoscere un po’ meglio questi organismi. La larva di un Cirripede dopo aver vagato qua e là per il mare, decide che è ora di metter su casa e si sceglie una bella roccia dove sistemarsi. Spesso questa roccia è già popolata di numerosi suoi conspecifici, anzi sono proprio loro che, attraverso messaggi chimici, attirano il nuovo inquilino. Il perché di tale comportamento lo vedremo più avanti. La larva si fissa quindi al substrato e per fare ciò utilizza delle speciali ghiandole adesive situate sulle antenne. A questo punto la parte anteriore del corpo dell'animale si riveste di una robusta carenatura formata da una serie di piastre calcaree (di solito 5 o 6). La carenatura può essere chiusa separando così ermeticamente l'animale dall'ambiente esterno grazie ad altre 2 piastre che fungono da opercolo. Gli arti invece si sviluppano in appendici pennate dette cirri (da qui il nome Cirripedi) che possono essere estroflesse dalla corazza e che svolgono la funzione di alimentazione filtrando piccoli organismi planctonici che poi vengono convogliati all'interno della bocca.
I Cirripedi non sono solo l'unico gruppo di crostacei sessili, ma sono anche l'unico grande gruppo di crostacei ermafroditi. Ogni individuo può essere all'evenienza maschio o femmina, anche se non possono esserlo contemporaneamente. Durante la riproduzione quelli che si comportano da maschi allungano a dismisura il loro organo copulatore, fino a farlo entrare all'interno della corazza del vicino che si sta invece comportando da femmina, ecco spiegato perché tendono a formare gruppi numerosi di individui. Gli spermi vanno a fecondare le uova conservate in uno speciale ovisacco. Dalla fecondazione fuoriesce una larva tipica dei crostacei denominata Nauplius che dopo una serie di mute si trasforma in una nuova larva detta Cypris che ricomincia il ciclo.


  
Denti di cane (Balanus amphitrite)
Foto di Alberto ROMEO
I Cirripedi che conosciamo meglio sono sicuramente i Balani, chiamati comunemente Denti di Cane e se qualcuno ha mai camminato sopra la cintura formata dalle colonie di questo organismo sarà d'accordo con me sull'appropriatezza del loro soprannome. Essi vivono nella zona intertidale, anzi, un rappresentante della classe dei Cirripedi, lo Chtamalus Stellatus, segna con la sua presenza il limite tra la fascia mesolitoranea (la zona di marea) e la fascia sopralitoranea (la zona degli spruzzi). Chtamalus è particolarmente bravo nel resistere all'essiccamento e può vivere anche per alcuni giorni fuori dall'acqua. Per riuscire in questa performance, chiude la sua corazza con l'opercolo trattenendo alcuna gocce d'acqua che gli garantiranno la sopravvivenza durante la bassa marea.
Una curiosità: sapete qual è uno dei predatori più feroci dei Balani? E' una specie di Bavosa, più precisamente la Bavosa galerita.



  
Bavosa galletto (Coryphoblennius galerita)
Foto di Alberto ROMEO
Questo simpatico pesciolino salito agli onori della cronaca dopo la sua azzeccata imitazione da parte di Luca Laurenti in "Striscia la Notizia" è perfettamente adattato a vivere in acque molto basse. La Bavosa si apposta nei pressi di un gruppo di Balani aspettando che un'onda un po’ più alta non li convinca ad aprire l'opercolo e ad estrarre i cirri. A questo punto la Bavosa scatta fulminea ad afferrare e tirar fuori dal proprio guscio il povero crostaceo.

Un altro gruppo di animali appartenenti ai Cirripedi abbastanza comune anche se non quanto i loro cugini Balani sono i Lepadi. Questi ultimi si differenziano per la presenza di un peduncolo che li tiene attaccati al substrato, che di solito è rappresentato da tronchi o altri oggetti galleggianti.


  
Lepade (Lepas anatifera)
Foto di Alberto ROMEO
Con la carena molto chiara ed il lungo peduncolo somigliano vagamente ad uccelli dal lungo collo, con le ali bianche e la coda nera (che sarebbe il gruppo di cirri estroflessi). Questa somiglianza unita all'originale modo di vivere ha creato nel passato un equivoco a dir poco incredibile. Infatti fino al 1700 si credeva che i Lepadi non fossero altro che (forse non ci crederete , ma è così) uccelli. O meglio, forme larvali di uccelli che nascono su tronchi caduti in mare e vi rimangono appesi fino a che, una volta completato lo sviluppo, non prendono il volo. Oggi naturalmente sappiamo che non è così e che i Lepadi sono addirittura i progenitori dei Denti di Cane che si sono evoluti successivamente per riduzione del peduncolo. La prova di tale evoluzione è data dalla presenza di un gruppo di Cirripedi chiamati Scalpellidi, abitanti degli abissi marini, dotati di un peduncolo ricoperto però di piastre e che si posizionano a metà nell'albero evolutivo tra Lepadi e Balani.


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