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  Gli Articoli di MondoMarino.net
I Nudibranchi
di Andrea BIDDITTU


  
Doride dipinto (Hypselodoris picta)
Foto di Guido PICCHETTI
Siamo in immersione. Davanti a noi uno stupendo fondale roccioso. Ci avviciniamo per osservare ciò che vi cresce sulla sua superficie.
Un’alga colpisce la nostra attenzione. La guardiamo e nel contempo vediamo una piccola macchia colorata.
Sempre più vicini, ci accorgiamo che quella che sembrava una piccola chiazza di colore è un animale piccolissimo, assolutamente meraviglioso.
Quante volte siamo stati partecipi di questa situazione? Quante volte ci siamo domandanti cosa sia e perché esistano animali così meravigliosi? Con questa semplice nota spero di fornirvi una risposta esauriente.

   POSIZIONE SISTEMATICA E ANATOMIA ESTERNA  
Phylum MOLLUSCA
Subphylum ADENOPODA
Superclasse CONCHIFERA
Classe GASTROPODA
Sottoclasse OPISTHOBRANCHIA
Ordine NUDIBRANCHIA

Per la gran parte della gente il fatto rilevante riguardante la posizione sistematica di questi animali sta nella loro appartenenza ai Molluschi.
Tipicamente associamo a questi ultimi altri animali più familiari e … desiderabili da un punto di vista gastronomico (cozze, vongole, bocconi, polpi, seppie, ecc.). Tuttavia il phylum Mollusca è il secondo gruppo animale più importante sulla terra e la quantità e varietà di specie incluse in esso è dell’ordine delle 100.000 ed oltre.
Ciò che probabilmente caratterizza i Nudibranchi dalla maggior parte degli altri Molluschi è l’assenza della conchiglia. Bisogna tuttavia dire che quest’ultima è presente solo nello stato larvale; poi regredisce col passaggio allo stadio di vita adulta.
Altre caratteristiche peculiari di questi animali, utili per una loro descrizione puramente conoscitiva, è la presenza di numerose appendici lungo tutto il corpo e di una livrea cromatica, inusuale negli animali marini nostrani.


  
Malibe (Melibe fimbriata)
Foto di Gianni NETO
Le appendici nei Nudibranchi sono di tre tipi principali; non necessariamente presenti contemporaneamente in tutte le specie:

- Cerati;
- Tentacoli e rinofori;
- Pseudobranchie palleali.

I cerati sono collocati sul dorso e hanno l’aspetto di digitazioni. Possono avere differenti funzioni, principalmente respiratoria e digestiva. Nel caso in cui abbiano funzione digestiva, i cerati contengono cnidosacchi, in altre parole organi di raccolta delle cnidocisti (cellule con proprietà urticanti) dei Celenterati, di cui molte specie si nutrono e che utilizzano come strumento di difesa nei confronti di possibili predatori.
I tentacoli e i rinofori sono collocati sulla testa. Hanno funzione sensitiva, tattile e, attraverso questi, i Nudibranchi “assaggiano” il substrato sul quale si trovano alla ricerca di cibo o semplicemente per valutare se è idoneo alla loro sopravvivenza. Non sempre sono visibili poiché possono essere custoditi in specifiche tasche dermiche protettive.


  
Bergia azzurra (Berghia coerulescens)
Foto di Guido PICCHETTI
Le pseudobranchie palleali sono collocate nella porzione posteriore del corpo ed hanno funzione respiratoria. L’aggettivo “palleale” indica la loro origine embrionale dal tessuto palleale, presente in tutti i Molluschi e avente la funzione principale di produrre la conchiglia, quando presente. Nella maggior parte degli altri Molluschi la funzione respiratoria è devoluta ai ctenidi, vere e proprie strutture branchiali.
La caratteristica più appariscente agli occhi di un profano è sicuramente la livrea cromatica. Sembra, infatti, che questi animali contrastino con quanto intuitivamente si immagina: è preferibile nascondersi nei confronti di un predatore, piuttosto che farsi notare così vistosamente.

  
Ianolo (Janolus cristatus)
Foto di Alberto ROMEO
In realtà ci troviamo di fronte ad un caso di colorazione aposematica, cioè di una colorazione che assume solitamente il significato di avvertimento. È quindi un particolare tipo di adattamento evolutosi per “informare” un possibile predatore della possibile tossicità di una preda.
I Nudibranchi, infatti, con la loro dieta, immagazzinano sulla loro superficie o internamente al loro corpo tutta una serie di strutture che li rendono non appetibili nei confronti di un predatore. Come già detto prima, uno strumento è la custodia delle cellule urticanti dei Celenterati nei cerati; oppure molte specie sintetizzano sostanze tossiche od acide che li rendono assolutamente inappetibili o velenosi; oppure possono immagazzinare in certi tessuti delle spicole calcaree per rendersi indigeste. Sembra addirittura che molte specie utilizzano le spicole silicee delle spugne di cui si nutrono.

@ Nutrizione

La cattura del cibo avviene attraverso la radula, struttura lamellare dotata di un numero variabilissimo di dentelli che conferiscono ad essa l’aspetto di una grattugia. La radula è presente in quasi tutti i Molluschi.


  
Vacchetta di mare (Discodoris atromaculata)
Foto di Enrico MADINI
I Nudibranchi sono assolutamente predatori zoofagi (si nutrono di altri animali). È necessario tuttavia dire che ogni specie si nutre di animali differenti e che, mentre la quasi totalità delle specie è stenofaga (specializzata nel cibarsi di poche specie), altre arrivano ad essere pressoché monofaghe (si nutrono di una sola specie). Possiamo quindi avere predatori di spugne marine; esempio tipico è la Peltodoris atromaculata (detta volgarmente “vacchetta di mare”) la quale si ciba esclusivamente della spugna marina Petrosia ficiformis. Oppure predatori di Briozoi ed Ascidiacei, predatori di Celenterati (soprattutto Idrozoi epifiti).


  
Flabellina rosa (Flabellina affinis)
Foto di Alberto ROMEO
@ Riproduzione

I Nudibranchi sono animali esclusivamente marini; non è stata trovata fino a questo momento alcuna specie nelle acque dolci o, tantomeno, sulla terraferma.
Sono per lo più bentonici (vivono in stretto contatto col fondale marino), tranne qualche famiglia planctonica (Phylliroidae, Glaucidae).
Poche specie presentano una valenza ecologica piuttosto ampia (vivono cioè in ecosistemi differenti). La gran parte delle specie è al contrario stenoecia (presentano una valenza ecologica piuttosto ristretta); esempi sono la sopracitata P. atromaculata che si rinviene solo sulla spugna di cui si nutre, oppure i Nudibranchi dei generi Flabellina e Cratena, i quali trascorrono la maggior parte del loro ciclo vitale sugli Idrozoi del genere Eudendrium, di cui si nutrono.

  
Cratena (Cratena peregrina)
Foto di Vincenzo DI MARTINO
Sono comuni sui fondali rocciosi; poche specie sono tipiche di fondali sabbiosi o, tantomeno, fangosi, dove presentano colorazioni non vistose e durante il giorno vivono nell’interno dello spessore del sedimento. Pochissimi dati, soprattutto per quanto riguarda il Mediterraneo, si hanno sui Nudibranchi abissali.

@ Distribuzione ed Uteriori Informazioni

Sono diffusi in tutti i mari del mondo. Nel Mediterraneo sono state trovate fino a questo momento 179 specie, ripartite in 36 famiglie. Le loro dimensioni variano da pochi millimetri ad alcuni decimetri di lunghezza (come la Tethys fimbria, specie mediterranea di profondità, che può raggiungere i 30 cm di lunghezza).
Solo in questi ultimi trenta anni si è approfondito lo studio di questi animali da un punto di vista biologico. Il loro studio è stato, infatti, reso difficile dalla perdita delle loro caratteristiche cromatiche a contatto dei liquidi utilizzati per la conservazione degli animali marini e dall’alto costo di pubblicazione delle tavole a colori. La loro estrema rarità è inoltre un grave problema poiché una specie, dopo essere stata descritta per la prima volta, può essere ritrovata anche dopo 20-30 anni.
La diffusione dell’immersione e della fotografia subacquea ha portato ad un aumento considerevole delle nostre conoscenze sui Nudibranchi del Mediterraneo. Soprattutto l’immersione ha reso più semplice la raccolta in situ di molte specie.
Da un punto di vista applicativo, i Nudibranchi si stanno rilevando utili sotto due aspetti importanti.

  
Malibe (Melibe fimbriata)
Foto di Gianni NETO
Primo, l’estrema specializzazione di alcune specie a determinati microecosistemi (come una grotta, o un particolare tipo di alga o pianta marina) permette di utilizzare questi animali come indicatori di stati d’inquinamento nel caso in cui sopravvenga la loro scomparsa.
Secondo, i loro prodotti di biosintesi sembra possano essere utilizzati in campo farmaceutico per la lotta nei confronti di malattie umane, fra le quali il tumore.

Una piccola nota a margine è doverosa, anche se un pò dal sapore accademico! Il singolare di "nudibranchi" (seguendo pedissequamente la sintassi italiana) sarebbe "nudibranchio". Questo termine è ancora riscontrabile nelle pubblicazioni meno recenti (le ultime in cui il termine compare risalgono a 20-30 anni fa). Ma il linguaggio evolve e il risultato di ciò è che nessuno più utilizza "nudibranchio", ma la forma sincopata "nudibranco", peraltro più semplice da pronunciare. Dato l'uso comune che se ne fa, è da considerarsi come la forma corretta.


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