| Le particolari caratteristiche dell’acqua permettono l’esistenza
 di una strategia alimentare esclusiva nel mondo acquatico: la filtrazione. Questo
 tipo di strategia trofica comprende la filtrazione di grandi quantità d’acqua
 per catturare il particellato in essa sospeso.
 Sulla base dei meccanismi d’acquisizione del cibo, vengono distinte due
 tipologie di filtrazione: attiva e passiva. I filtratori che creano corrente
 intorno a loro sono definiti filtratori attivi. La corrente è ottenuta
 usando il movimento ciliare per pompare acqua verso la superficie filtrante.
 Tra i filtratori attivi troviamo spugne e ascidie, le quali pompano attivamente
 l’acqua per mantenere sospese le particelle.
 Il flusso di corrente permette sia di ricavare cibo e ossigeno sia di eliminare le scorie metaboliche. I filtratori attivi ciliari usano le ciglia per muovere
 l’acqua e per trasferire, con l’ausilio di secrezioni di muco, le
 particelle catturate verso la bocca. I briozoi, ad esempio, sono un importante
 gruppo di ciliari che catturano le particelle mediante il lofoforo, organo costituito
 da tentacoli cigliati a forme di campana o cono.
 Il battito delle ciglia produce un flusso d’acqua che attraversa
 i tentacoli; le ciglia trattengono le particelle che vengono riunite e inviate
 alla bocca. Anche i policheti mostrano attività ciliare: le ciglia sono
 poste su un organo chiamato pinnula che utilizzano per agglutinare le particelle
 di cibo, selezionarle in base alla dimensione e convogliarle alla bocca.
 
 
 Filtratori passivi sono invece gli individui che utilizzano l’idrodinamismo
 in cui si trovano, e quindi dipendono completamente da esso per la loro nutrizione.
 Gli Cnidari sono i principali rappresentanti del gruppo dei filtratori passivi,
 costretti quindi a colonizzare zone ad elevato flusso di corrente. Questi organismi,
 soprattutto le gorgonie e gli Idrozoi, si adattano ai flussi idrodinamici, orientandosi
 in modo da sfruttare appieno la direzione ed intensità della corrente d’acqua,
 per accedere più efficacemente alle particelle sospese.
 
 
 La capacità di filtrazione sarà quindi proporzionale alla
 superficie dell’animale esposta al flusso della corrente e sarà inoltre
 funzione della posizione verticale nella colonna d’acqua e dell’orientamento
 del corpo dell’animale alla corrente. Per i filtratori passivi è
 quindi particolarmente importante la dimensione e la forma che l’animale
 assume.
 
 
 I sospensivori sono organismi che agiscono come consumatori della
 materia organica particolata (particulate organic matter = POM), che viene prodotta
 prevalentemente dal sistema planctonico. Il successo delle diverse strategie
 trofiche dipende dalla disponibilità del cibo all’interno dell’ecosistema
 e da fattori fisici, quali il movimento dell’acqua. Alte concentrazioni
 di materia organica particolata, in condizioni d’intenso idrodinamismo,
 possono favorire i filtratori passivi, rappresentati principalmente da Cnidari;
 invece, concentrazioni ridotte di POM favoriscono come gruppi dominanti i filtratori
 attivi, come Briozoi, spugne, policheti, bivalvi e ascidie.
 
 
  In alcuni ambienti, ad esempio nelle grotte marine, l’ecosistema 
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    | Gorgonie vere e false (Paraeritropodiun coralloides) Foto di Alberto ROMEO
 
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    |  |  dipende quasi esclusivamente dalle particelle di cibo importate dall’ambiente
 esterno: con la riduzione della luce scompaiono le alghe e quindi viene a mancare
 la produzione primaria d’energia. L’ecosistema di grotta si basa,
 quindi, sugli apporti trofici provenienti dall’esterno; tuttavia, la diminuzione
 dell’idrodinamismo all’interno delle cavità sommerse determina
 un ulteriore diminuzione d’apporti trofici provenienti dall’esterno.
 
 
 Studiando nel dettaglio la distribuzione degli organismi filtratori
 in grotta, si nota come i filtratori attivi siano tra i pochi organismi in grado
 di sopravvivere anche in condizioni estreme, cioè nelle parti più
 interne delle grotte marine sommerse, mentre la presenza di filtratori passivi
 sia limitata all’ingresso delle grotte.
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