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  Gli Articoli di MondoMarino.net
Salvaguardia delle barriere coralline
di Ylenia CHIARI


  
Barriera corallina mar rosso
Foto di Alberto ROMEO
Le barriere coralline, che occupano buona parte della linea di costa delle terre emerse sono attualmente in serio pericolo a causa di una serie di fattori fra cui inquinamento (principalmente da eccesso di nutrienti nelle acque), sbiancamento dovuto ad un globale cambiamento del clima (riscaldamento), overfishing (sovrasfruttamento della pesca) e danni fisici arrecati direttamente dalle barche e dalle attività di ancoraggio.

Conseguenza diretta di ciò è che le barriere coralline declinano rapidamente, causando un calo del turismo e forzando parecchi paesi in via di sviluppo la cui economia dipende direttamente da esse ad importare cibo. Il metodo più semplice di salvaguardia di questi ambienti, ovvero prevenire tramite monitoraggio sia l'ancoraggio che le "passeggiate" degli snorkelisti sulle barriere, sono stati attuati in diversi paesi mentre altri problemi, come l'incremento della crescita algale che può soffocare il corallo, restano ancora senza soluzione.


  
Madrepora (n.d. n.d.)
Foto di Raffaele MINASI
Sebbene i coralli siano considerati la principale caratteristica degli ambienti corallini, poco conosciuto è il fatto che le alghe che vivono in simbiosi (attuando cioè un meccanismo di mutuo vantaggio da parte di entrambi gli organismi nel vivere insieme) con i coralli stessi siano essenziali per garantirne la sopravvivenza, assicurandone la corretta deposizione di carbonato di calcio (e quindi cementando la struttura stessa del reef) e preservando l'incredibile diversità degli organismi che caratterizzano questo ecosistema. Perfino in un ambiente corallino vergine le alghe assolvono alla maggior parte del processo fotosintetico per la produzione primaria, che è la base della catena alimentare. Molti pesci e ricci che popolano i reefs sono erbivori, "brucando" le alghe che crescono sopra i coralli. Un eccessivo sviluppo algale è un chiaro segno che l'equilibrio dell'ambiente corallino è alterato. Sia un'elevata concentrazione di nutrienti nelle acque (fenomeno conosciuto con il nome di eutrofizzazione), sia il declino delle popolazioni di pesci, promuovono l'incremento delle alghe che ricoprono diffondendosi il reef.


  
Alcionario (Dendronephthya sp.)
Foto di Lucia SCORDATO
Jamaluddin Jompa e Laurence McCook, dell'Australian Instutite of Marine Sciences, hanno effettuato una serie di esperimenti sul campo lungo la Grande Barriera Australiana, per comparare simultaneamente le relazioni esistenti fra nutrienti, pesci erbivori e la competizione fra alghe e coralli. I loro risultati mostrano che la mancanza di pesci erbivori è la principale causa dell'incremento algale, mentre un aumento di nutrienti amplifica solo tale crescita. In presenza di pesci erbivori che brucano le alghe quindi nessun incremento algale è stato riscontrato.

Tale scoperta risulta essere particolarmente importante per le attività di ripristino degli ambienti corallini: la riduzione di nutrienti derivati dalle attività umane potrebbe risultare inefficace quando non siano ugualmente preservate le popolazioni di pesci che abitano tale ambiente. Sfortunatamente in molti paesi le zone di pesca sono già state depletate, anche se è stato osservato che comunità presenti in aree marine protette, in cui sia esclusa la pesca, possono provvedere a supplire la mancanza di pesci dei reefs adiacenti.


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