Le barriere coralline, che occupano buona parte della linea di
costa delle terre emerse sono attualmente in serio pericolo a causa di una serie
di fattori fra cui inquinamento (principalmente da eccesso di nutrienti nelle
acque), sbiancamento dovuto ad un globale cambiamento del clima (riscaldamento),
overfishing (sovrasfruttamento della pesca) e danni fisici arrecati direttamente
dalle barche e dalle attività di ancoraggio.
Conseguenza diretta di ciò è che le barriere coralline declinano
rapidamente, causando un calo del turismo e forzando parecchi paesi in via di
sviluppo la cui economia dipende direttamente da esse ad importare cibo. Il
metodo più semplice di salvaguardia di questi ambienti, ovvero prevenire
tramite monitoraggio sia l'ancoraggio che le "passeggiate" degli snorkelisti
sulle barriere, sono stati attuati in diversi paesi mentre altri problemi, come
l'incremento della crescita algale che può soffocare il corallo, restano
ancora senza soluzione.
Sebbene i coralli siano considerati la principale caratteristica
degli ambienti corallini, poco conosciuto è il fatto che le alghe che
vivono in simbiosi (attuando cioè un meccanismo di mutuo vantaggio da
parte di entrambi gli organismi nel vivere insieme) con i coralli stessi siano
essenziali per garantirne la sopravvivenza, assicurandone la corretta deposizione
di carbonato di calcio (e quindi cementando la struttura stessa del reef) e
preservando l'incredibile diversità degli organismi che caratterizzano
questo ecosistema. Perfino in un ambiente corallino vergine le alghe assolvono
alla maggior parte del processo fotosintetico per la produzione primaria, che
è la base della catena alimentare. Molti pesci e ricci che popolano i
reefs sono erbivori, "brucando" le alghe che crescono sopra i coralli.
Un eccessivo sviluppo algale è un chiaro segno che l'equilibrio dell'ambiente
corallino è alterato. Sia un'elevata concentrazione di nutrienti nelle
acque (fenomeno conosciuto con il nome di eutrofizzazione), sia il declino delle
popolazioni di pesci, promuovono l'incremento delle alghe che ricoprono diffondendosi
il reef.
Jamaluddin Jompa e Laurence McCook, dell'Australian Instutite of
Marine Sciences, hanno effettuato una serie di esperimenti sul campo lungo la
Grande Barriera Australiana, per comparare simultaneamente le relazioni esistenti
fra nutrienti, pesci erbivori e la competizione fra alghe e coralli. I loro
risultati mostrano che la mancanza di pesci erbivori è la principale
causa dell'incremento algale, mentre un aumento di nutrienti amplifica solo
tale crescita. In presenza di pesci erbivori che brucano le alghe quindi nessun
incremento algale è stato riscontrato.
Tale scoperta risulta essere particolarmente importante per le attività
di ripristino degli ambienti corallini: la riduzione di nutrienti derivati dalle
attività umane potrebbe risultare inefficace quando non siano ugualmente
preservate le popolazioni di pesci che abitano tale ambiente. Sfortunatamente
in molti paesi le zone di pesca sono già state depletate, anche se è
stato osservato che comunità presenti in aree marine protette, in cui
sia esclusa la pesca, possono provvedere a supplire la mancanza di pesci dei
reefs adiacenti.
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