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mercoledì 10 aprile 2002
Pesce antidepressivo per le neo- mamme

ORLANDO - Tonno, salmone e alghe hanno un effetto antidepressivo per le neo-mamme, le donne che hanno da poco partorito e soffrono della classica sindrome post-parto.
Lo ha spiegato uno studioso americano nel corso del congresso della American Chemical Society.

Una dieta ricca di acidi grassi omega-3 (e in particolare dell’acido docosaessenoico, o DHA) riduce la depressione che solitamente segue il parto, e migliora lo sviluppo neurologico del feto.

David Kyle, direttore della Mother and Child Foundation, ha fatto il punto su tutti gli studi che, insieme, mettono in luce gli effetti positivi del DHA, presente soprattutto in tonno, salmone e alghe.
La correlazione fra depressione e carenza di DHA a livello materno è stata registrata in modo "statisticamente molto importante" in diverse pubblicazioni, a partire dal 1997, spiega Kyle. Più di recente è stata registrata la stessa correlazione fra depressione e carenza di DHA nel latte della mamma. E una ricerca olandese ha verificato come, durante la gravidanza, la placenta trasferisca gli acidi grassi dalla madre al feto, abbassandone così i livelli nella donna, e inducendo corrispondenti fenomeni di depressione.
Il DHA si rivela però importante anche per il neonato.

Durante un esperimento svolto a Houston sono state messe a confronto madri nella cui alimentazione erano stati aggiunti 200 milligrammi di acidi grassi al giorno, con madri cui era stato solo somministrato un placebo, una sostanza inerte. "Risultato: la differenza nel contenuto di DHA si è immediatamente trasferita anche nel latte della puerpera, e i piccoli nati dalle donne che avevano assunto l’integratore si muovevano meglio e di più", dice Kyle. "Sono stati fatti test neurologici, sulla loro funzione motoria, che hanno confermato l’impressione". Tanto che l’anno scorso la Food and Drug Administration, cioè l’ente americano che controlla i farmaci, ha autorizzato l’aggiunta di DHA agli alimenti confezionati per neonati. In questi casi, però, si tratta di acidi grassi estratti soprattutto dalle alghe.

Il problema è particolarmente sentito negli Stati Uniti, dove l’alimentazione femminile è, in media, assai povera di pesce. Mentre in Europa si calcola che ogni donna assuma quotidianamente 200 milligrammi di omega-3, e in Giappone il livello sale addirittura a 600 milligrammi, le americane non superano i 50 grammi. E gli Usa hanno anche la percentuale di madri con depressione post-parto che è fra le più alte del mondo: circa il 20 per cento.

News controllata da: Nicola CADEL


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