venerdì 31 maggio 2002
Rischio di ictus nei sub, intervento risolutivo
MILANO - Eseguito un intervento risolutivo che riduce il rischio di ictus nei sub che hanno un'anomalia al cuore molto diffusa.
Un intervento di 30 minuti al massimo, 2 giorni di ospedale e nessun bisogno di convalescenza, per evitare 12mila ictus ogni anno: quelli che colpiscono i giovani, specie i sub, e sono legati a una particolare malformazione cardiaca.
La tecnica consiste nella chiusura del forame ovale pervio (in gergo Pfo), l'anomalia più diffusa del setto che separa gli atri destro e sinistro del cuore.
Il Pfo è presente nel 25% dei cuori normali (1 su 4) e, in caso di trombo, consente al coagulo di passare dalla circolazione venosa a quella arteriosa periferica e di arrivare dritto al cervello, causando un attacco ischemico transitorio (Tia) o un ictus. Ma esiste la soluzione: nella vena femorale destra del paziente, all'altezza dell'inguine, si inserisce una sonda di 3 millimetri di diametro dentro la quale viene posto lo strumento di chiusura, costituito da un doppio disco. Quindi, introdotta la sonda nel cuore in corrispondenza dei due atri, si spinge il dispositivo, che fuoriesce e si autoposiziona nel setto interatriale "tappando" il foro per sempre.
L'anomalia "colpevole" è presente in milioni di italiani, ma poiché non è pensabile sottoporre tutti alla chiusura del foro, si consiglia l'intervento a chi ha già subito un Tia o nei casi di ipossia ed embolia paradossa. Chi pratica un'attività sportiva subacquea ''dovrebbe sottoporsi a un controllo per verificare la presenza del Pfo e decidere di otturarlo.
News controllata da: Nicola CADEL
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