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venerdě 25 giugno 2004
Il pesce grasso fa bene, ma attenzione alle tossine

Londra - Mangiare pesce grasso, come il salmone e la trota, per proteggersi dalle malattie di cuore, per migliorare l'attivita' cerebrale e prevenire le malattie mentali, ma con un occhio attento alle tossine: e' questo il consiglio dell'organo britannico che regola gli standard dell'alimentazione, secondo il quale i cittadini del Paese dovrebbero mangiare piu' pesce stando pero' attenti a non esagerare per via delle tossine in esso contenute.
Il doppio avvertimento della Food Standards Agency (FSA), questo il nome dell'organo, intende fare in modo che gli effetti benefici apportati da un'alimentazione ricca di pesce non vengano superati dai rischi legati all'ingestione di mercurio e diossine contenute in molti pesci grassi. Tuttavia, il messaggio centrale e' che il pesce puo' essere consumato con tranquillita' e che la gente potrebbe migliorare il proprio stato di salute se ne consumasse di piu' di quanto ne mangia ora.
Via, allora, al consumo di pesci grassi come il salmone, la trota, la sardina, l'aringa, lo sgombro e l'anguilla, ma con un limite che per la FSA dovrebbe essere di una porzione alla settimana (140 grammi se cotto, 170 grammi se crudo), piu' un'altra porzione di pesce bianco e piu' magro.
La quantita' di pesce consigliata che tiene conto del pericolo tossine e' comunque piu' bassa rispetto al consumo medio nazionale: la maggior parte dei britannici mangia meno di un terzo di una porzione di pesce grasso alla settimana, ed il 70% non ne mangia affatto.
Il livello di diossine nel pesce varia a seconda delle specie ed e' piu' alto nelle aringhe mentre e' piu' basso nelle trote.
Le diossine ed i bifenili policlorurati (PCB) che fino agli anni '70 erano utilizzati nella produzione di apparecchiature elettriche e che sono stati scaricati in mare, sono sostanze inquinanti legate a diversi tipi di cancro e che si accumulano nei tessuti umani in un lungo periodo di tempo. Tali sostanze sono anche contenute nel latte, nelle uova e nella carne, anche se la loro presenza in tali alimenti e' scesa del 70% negli ultimi 10 anni.
Gli esperti vorrebbero che la gente approfittasse degli effetti benefici degli acidi grassi Omega 3, contenuti in particolar modo nei pesci grassi, come anche nel tuorlo d'uovo e nei semi di lino, ma senza esagerare per via delle tossine. Gli Omega 3 possono infatti proteggere dalle malattie di cuore, sono essenziali nello sviluppo cerebrale di neonati e bambini piccoli, possono migliorare attenzione, concentrazione ed apprendimento e prevenire malattie mentali.
I limiti imposti dalla FSA sono stati criticati da Michael Crawford, direttore dell'istituto di chimica cerebrale e nutrizione presso la London Metropolitan University. ''Non credo in questi limiti, sono arbitrari e suggeriscono l'esistenza di una minaccia nascosta. I giapponesi e gli islandesi mangiano piu' pesce di tutti ed hanno la durata di vita media piu' lunga ed il peso alla nascita piu' alto. Dobbiamo mangiarne piu' che possiamo e non ci fara' alcun male'', ha detto. (ANSA).

News controllata da: Nicola CADEL


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