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Gli Echeneidiformi e il foretismo
di Stefano MORETTO


  
Manta (Manta birostris)
Foto di Nicola CADEL
Questi pesci sono detti anche discocefali1, perché la prima pinna dorsale spinosa è profondamente modificata in un disco adesivo, con il quale si attaccano ad altri vertebrati marini ospiti. Infatti, benché siano abili nuotatori, adorano farsi rimorchiare da altri pesci, rettili o mammiferi, come squali, tonni, pesci spada, delfini, balene, tartarughe, mante, ecc. Questo comportamento è indicato con il nome di foretismo.

Durante il nuoto autonomo assumono la caratteristica posizione invertita, cioè con il ventre in alto e il dorso rivolto verso il basso. È facile scambiare il dorso con il ventre dato che, al contrario della norma, hanno il colorito del ventre più scuro, blu o bruno, di quello del dorso, biancastro e argenteo.


  
Remora vista di profilo con la caratteristica posizione di nuoto autonomo e colorazione invertite. Disegno di Camilla RIGHERO, socia BIO.MA.
Popolano il vasto regno degli oceani e dei mari; il loro rappresentante più significativo è la remora. Di questo curiosissimo pesce si conoscono oggi quattro generi (Echeneis, Phteirichthys, Remora e Remorina) e circa nove specie, tutte tropicali o subtropicali. La specie più caratteristica (Remora remora), detta anche Remora nera, è ormai presente anche nel Mediterraneo; la sua lunghezza è difficilmente superiore ai 35 centimetri. Predilige soprattutto gli squali (non come pietanza, ma come metropolitana!). Nello stesso modo, Remorina albescens frequenta le grandi creature come le mante. La più grossa remora mai vista nei mari tropicali (Echeneis neucrates) raggiungeva quasi il metro di lunghezza!

La classificazione degli echeneidiformi si basa oltre che sulle dimensioni e sul tipo di ospiti preferito, anche sulla forma del corpo (più o meno allungato), sulla forma delle pinne pettorali (arrotondate o appuntite) e sul numero di lamelle che costituiscono il disco cefalico (può variare tra 20 e 24).


  
Remora (Echeneis naucrates)
Foto di Roberto SOZZANI
La remora è in grado di attaccarsi saldamente ai grossi nuotatori marini, lasciandosi trasportare passivamente senza consumare energie. L'adesione all'ospite si realizza in verità tramite un organo complesso, derivato dalla trasformazione della pinna dorsale spinosa. Esso è formato da due serie di lamelle mobili trasversali munite al margine di file di minuscole spine. Questo organo adesivo, di forma discoidale ellittica, è posto al di sopra del capo e della parte anteriore del dorso. Funge da ventosa, in verità, perché è in grado di riempirsi e svuotarsi di acqua. Come? Gli spazi fra le lamelle funzionano come tante ventose. Ovviamente l'azione congiunta di tutti questi dispositivi (che sono in numero uguale a quello delle lamelle) permette una forte adesione alle superfici. La remora, quando vede la sagoma giusta, aderisce all'ospite adattandosi perfettamente alle peculiarità della sua superficie corporea. La pressione negativa esercitata dalla ventosa è considerevole, tanto che l'animale rimane saldamente attaccato all'ospite anche dopo la morte!

Nei racconti fantastici del passato si diceva addirittura che una remora potesse fermare una nave in navigazione! Era conosciuta anche dagli antichi Romani giacché la leggenda la vuole protagonista della battaglia di Azio: numerose remore si sarebbero attaccate allo scafo delle navi di Antonio, impedendone ogni manovra ed esponendole così all'attacco del nemico. Di qui l'uso metaforico del nome di questo pesce in italiano e la tradizione, assai diffusa nel medioevo, che la remora avesse il potere di fermare grandi navi (tale tradizione è ricordata fra l'altro dal Manzoni ne "I Promessi sposi", per bocca di don Ferrante).

Questo pesce vive normalmente in alto mare dove è più facile incontrare altri animali da cui farsi trasportare. Ogni tanto però, quando sia stato trasportato dalla zona pelagica a quella costiera, può incappare nelle reti dei pescatori. Per nutrirsi si stacca dal pesce trasportatore cercando il cibo nelle sue vicinanze. Cibi preferiti sono pesciolini più piccoli (come il Naucrates ductor o Pesce pilota2), molluschi, crostacei, plancton. Spesso però, più semplicemente e più comodamente, si accontenta degli avanzi del pasto del suo ospite. Terminato il pasto ritorna sul suo trasportatore.


  
Remora (Echeneis naucrates)
Foto di Yuri BAUTTA
L'elemento più interessante di questa simbiosi è il servizio che la remora fornisce all'ospite: quello cioè di pulirne la pelle mangiando i piccoli parassiti (copepodi) che si sono insediati. Si parla di simbiosi mutualistica3 proprio perché il trasportatore non dà segni di insofferenza: se volesse, potrebbe mangiarsi la remora in un boccone!

Inoltre capita che ne siano presenti più di una su uno stesso ospite, e questo fatto dipende sia dalle dimensioni dell'animale trasportato, sia da quelle del trasportatore. Le diverse specie prediligono diverse parti del corpo dell'ospite. Tra le zone di possibile adesione sono incluse la cavità boccale e quella branchiale. Una curiosità: le loro uova, minuscole (il diametro è di circa 2.5 mm.), sferiche e trasparenti, galleggiano in mare, grazie ad una gocciolina di olio. Le larve schiudono al terzo giorno dalla fecondazione. Lungo le coste orientali dell'Africa, come in tutti i mari del sud, i nativi usano le remore per la pesca, soprattutto quella delle tartarughe. Gli indigeni fissano le remore alla lenza e le recuperano una volta che si siano fissate alle tartarughe.


@ Note

1 Discocefali (sinonimo echeneidiformi): ordine di pesci actinopterigi con la prima pinna dorsale trasformata in disco adesivo posto alla sommità del capo (come dice il nome). Actinoptèrigi: sottoclasse di pesci teleostei le cui pinne pari sono formate da raggi disposti a ventaglio su alcuni pezzi basali ridotti. (Secondo alcune classificazioni, gli actinopterigi vengono divisi in teleostei, condrostei e olostei. Questi ultimi, insieme ai condrostei, venivano un tempo compresi nell'unico gruppo dei ganoidi.) Teleòstei: gruppo di pesci actinopterigi che comprende la maggior parte dei pesci oggi viventi, caratterizzati da scheletro completamente ossificato, coda omocerca, scaglie cicloidi o ctenoidi, sospensione iostilica della mandibola.

2 Pesce pilota: animale commensale, come la remora, che crea un'associazione con un altro organismo, in cui si avvantaggia uno solo dei due e l'altro non risente sensibile danno. Un tempo si credeva che il pesce pilota guidasse gli squali verso la preda (da cui il nome), oggi si ritiene che essi seguano gli squali nella speranza di mangiare quel che rimane dopo che si scatena la loro frenesia alimentare.

3 Simbiosi mutualistica: simbiosi con reciproco vantaggio di entrambi i simbionti.

@ Bibliografia:

MOJETTA A., GHISOTTI A., 1994. Flora e fauna del Mediterraneo. Mondadori, Milano, 318 pp. MOJETTA A., GHISOTTI A., 1996. Pesci e coralli del Mar Rosso. Mondadori, Milano, 255 pp. PIRINO R., USAI M., 1991. Squali. EDAI, Firenze, 207 pp. RIEDL R., 1991. Fauna e flora del Mediterraneo. Franco Muzzio Editore, Padova, 777 pp.

(Articolo gentilmente concesso da BIO.MA. - Biologia Marina Torino - )


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