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  Gli Articoli di MondoMarino.net
Polpi e polipi
di Angelo MOJETTA

L'italiano è una lingua curiosa che nasconde molti tranelli. Basta spostare un accento per trasformare un “ancóra”, avverbio di tempo, in una pesante ancora oppure è sufficiente sostituire una vocale all'interno di una parola per trasformare un pennello in un pannello. Questi problemi o queste sottigliezze se preferite sono cose di tutti i giorni e nessuno ci fa caso perché nessuno di noi si sbaglia parlando. Molti si sbagliano, invece, e succede spesso, quando mettono la testa sott'acqua e descrivono quello che si vede al di là delle onde. Qui, infatti, vivono organismi meravigliosi e affascinanti tanto diversi tra loro da avere nomi quasi uguali: polpi e polipi. La differenza, diciamolo pure, non è molto grande e, infatti, molti li usano come sinonimi dimenticando che gli organismi identificati da questi nomi sono molto differenti tra loro e separati da molti e molto gradini della cosiddetta scala zoologica.

  
Madrepora arancione (Astroides calycularis)
Foto di Aurelio GIUSSANI
Paradossalmente sarebbe meno grave usare il termine scimmia parlando di un uomo che chiamare polipo il polpo e viceversa. Ma in cosa consiste questa grande differenza? Beh, è sufficiente guardare alcune foto di questi organismi per accorgersene. I polpi (senza i) sono quei simpatici molluschi cefalopodi con otto braccia, o tentacoli che dir si voglia, che sono maestri di mimetismo e di furbizia oltre a essere i più intelligenti degli invertebrati. Assai più trasformisti, quanto ad aspetto, sono i polipi (cosa vuol dire avere una vocale in più!) anche se la loro struttura è molto semplice. Immaginate un sacchettino più o meno cilindrico circondato da una corona di tentacoli lisci o pennati e avrete davanti a voi un polipo. In apparenza un polipo può essere insignificante (e forse per questo qualcuno semplifica anche il loro nome togliendo quella “i” così determinante), ma in realtà questa semplice struttura può apparire in molte forme diverse. Non ci credete? Allora provate ad abbinare un'immagine a ciascuna di queste parole: medusa, idroide, pennatula, madrepora, gorgonia, attinia, anemone, cerianto. Certamente se conoscete questi organismi avrete subito notato un'evidente differenza di forme che testimoniano l'inarrivabile capacità trasformista dei polipi che hanno conquistato il mare adattandosi un po' a tutti gli ambienti di tutti gli oceani e costruendosi se necessario veri e propri castelli o bunker per vivere.

  
Madrepora solitaria (Balanophyllia europaea)
Foto di Gianni NETO
Tutti questi organismi macroscopici fanno parte della classe degli Antozoi, 6.500 specie all'incirca che hanno come modello base il polipo e che all'aspetto fiorito di questa unità base devono il loro poetico nome di animali fiori. Ecco questa potrebbe essere la chiave giusta e più semplice per non sbagliare più: i polpi sono animali e i polipi sono fiori. Ma mi raccomando non raccoglieteli. Sono delicati e quasi dappertutto protetti.

  
Polpo comune (Octopus vulgaris)
Foto di Pino BUCCA
Per venire invece ai polpi che cosa dire? Certamente che sono tra gli invertebrati marini più noti all'uomo il quale da migliaia di anni li utilizza e ne fa motivo ornamentale come testimoniano antiche pitture, vasi e mosaici. La loro forma così plastica, che consente a questi animali di colare letteralmente in aperture dove a malapena credereste che potrebbe passare un loro tentacolo, e la loro capacità di cambiare colore ne hanno fatto dei beniamini dei fotografi subacquei e dei subacquei in genere che spesso dimenticano di averne uno prezioso dietro la testa che consente loro di immergersi. Per i non subacquei precisiamo che stiamo parlando di quell'apparente groviglio di tubi che parte dalle bombole e che in gergo si chiama octopus, cioè polpo in inglese.

  
Polpo comune (Octopus vulgaris)
Foto di Raffaele ANDREOTTI
Ma torniamo ai nostri polpi che si distinguono dagli ottocoralli, cioè dai polipi con otto tentacoli, anche per avere un cervello grosso così grazie al quale pensano, imparano e ragionano come hanno dimostrato molti esperimenti e come hanno scoperto tutti quelli che hanno provato a stabilire un rapporto amichevole con uno di questi sensibili animali. Già, sensibili perché il mondo dei polpi è un mondo che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è fatto solo di suoni, colori e odori, ma soprattutto di sensazioni tattili. Le sue lunghe braccia, infatti, sono costellate di cellule sensoriali che trasmettono continuamente informazioni al polpo sull'ambiente in cui si trova e su quanto lo circonda. Quando vedete un polpo che allunga un tentacolo e che sembra muoverlo a tastoni un po' come potremmo fare noi movendoci al buio in una stanza, ebbene sappiate che sta facendo conoscenza con l'ambiente analizzandolo sia dal punto di vista delle forme sia dei contenuti cioè di potenziali prede dato che può individuare per esempio un saporito granchio seppellito nei sedimenti oppure il delicato piedino di una fanciulla che pare essere un richiamo irresistibile per i polpetti di scogliera. Ma non perché siano birichini, ma perché il bianco come sanno i pescatori attira i polpi.

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