|
|
|
|
Anellide albero di natale (Spirobranchus giganteus)
Foto di Roberto SOZZANI
|
|
Sono piccoli, eppure sono tra gli animali più appariscenti e quindi anche più noti tra i subacquei che frequentano i mari tropicali. Chi può negare infatti di non essere rimasto attirato fin dalla prima immersione dai quei piccoli ciuffi colorati che costellano le madrepore e che scompaiono come d'incanto alle prime bolle d'aria o dopo un movimento più rapida del nostro corpo. Questo è per tutto il primo approccio con i vermi albero di Natale, lo Spirobranchus giganteus o secondo alcuni con i rappresentanti di un complesso di specie molto simili tra loro definibili come Spirobranchus “complesso corniculatus”. Per fortuna i vermi albero di natale non sanno di essere oggetto di queste distinzioni e continuano a colorare la superficie delle madrepore.
Le madrepore preferite dagli Spirobranchus sono quelle compatte, con coralliti fittamente disposti l'uno accanto all'altro come accade nelle specie del genere Porites. Molto ricercati sono anche i coralli di fuoco e graditi i generi Diploria e Montastrea. Che cosa induca un verme albero di Natale a scegliere una o l'altra madrepora o un corallo di fuoco non è ancora chiaro, ma molti sospettano che si tratti di preferenze specifiche avvalorando l'ipotesi che non tutti gli Spirobranchus siano “giganteus”. La scelta avviene allo stadio larvale, più che ovvio perché si tratta dell'unico momento in cui il verme può trovare un buco adatto dove insediarsi nella superficie compatta di un Porites o di una Millepora.
Trovato il punto migliore la larva si trasforma e inizia a formare il tubo protettivo calcareo comune a tutti i Serpulidi, la famiglia a cui appartengono questi vermi tropicali e che ha anche alcuni esponenti nel nostro Mediterraneo. Il tubo è praticamente invisibile perché cresce insieme alla colonia della madrepora e finisce per essere inglobato, e quindi ampiamente protetto, dall'ospite. Questo non importa al nostro verme che conduce gran parte della sua esistenza al di fuori del tubo esponendo all'acqua libera la sua doppia corona conica dei filamenti che compongono il suo coloratissimo ciuffo branchiale. Come accade in tutti i vermi di questo gruppo, il ciuffo branchiale serve a catturare i minuscoli organismi planctonici (alghe e animali) che passano nelle vicinanze. Molto discussa e per molti non vera è l'ipotesi che i vermi albero di Natale succhino il muco superficiale dei coralli danneggiando i loro ospiti. In caso di pericolo i ciuffi si richiudono e i vermi si ritirano rapidamente nel loro tubo che provvedono a chiudere ermeticamente con un grosso tappo conico che si può anche vedere, in posizione laterale, se si avvicinano questi animali con molta calma. La scomparsa non dura mai troppo a lungo e uno studente americano ha stimato che in media dopo 27 secondi i vermi si riaprono.
|
|
|
|
Anellide albero di natale (Spirobranchus giganteus)
Foto di Roberto SOZZANI
|
|
L'aumento delle dimensioni di questi organismi è molto lento, ma questo si accompagna a una discreta longevità. Il tasso di crescita varia, infatti, da 0,2 mm a 1 mm all'anno e alcuni esemplari, esaminati ai raggi X, hanno rivelato di avere la veneranda età (per un verme) di 40 anni e molti ne avevano oltre 10. In certi periodi dell'anno, ma non è ben noto quali, poi potreste anche vedere delle nuvolette lattiginose alzarsi dai ciuffi variopinti degli Spirobranchus. Sono gli spermatozoi emessi dai maschi che quasi immediatamente sollecitano le femmine vicine a emettere le uova affinché possa avvenire la fecondazione e possa nascere una nuova larva destinata a perpetuare la specie e ad accrescere la varietà cromatica dei fondali corallini.
|