domenica 1 giugno 2003
Il segreto dei pescatori di perle indonesiani
Scoperto il segreto dei pescatori di perle indonesiani, che per vedere sott'acqua non utilizzano né occhialini né mascherine. Lo spiega uno studio svedese, pubblicato sulla rivista "Current Biology".
I pescatori per mettere a fuoco gli oggetti contraggono le pupille, adattandole alla visione sottomarina. Il fenomeno, sostengono i ricercatori, potrebbe dipendere sia da una variazione genetica, selezionata per agevolare la sopravvivenza in quelle zone, sia potrebbe trattarsi di un comportamento appreso. Se così fosse, con gli esercizi giusti anche gli occidentali potrebbero imparare a farlo.
Nello studio dell'università di Lund è stata messa a confronto la visione sott'acqua di un campione di bambini Moken (appartenenti alla popolazione chiamata degli "zingari del mare") che vivevano a Andaman (Thailandia) con quella di bambini europei, della stessa età, che erano lì in vacanza. I dati hanno mostrato che i bambini Moken avevano una capacità di distinguere gli oggetti in mare oltre due volte superiore. Tuttavia, se la curvatura degli occhi e le capacità di focalizzazione venivano misurate fuori dall'acqua non c'erano differenze tra i due gruppi di bambini. I ricercatori hanno scoperto che durante l'immersione, mentre le pupille dei bambini europei si dilatavano, quelle dei bambini Moken si restringevano, migliorando così la risoluzione delle immagini. Gli zingari del mare sono un'antica popolazione semi-nomade che vive di pesca subacquea di molluschi (comprese le ostriche perlifere) e crostacei. Questa peculiarità potrebbe, secondo i ricercatori, essere attribuita a un fattore genetico, ma potrebbe essere potenzialmente presente in tutti gli esseri umani ed emergere solo se stimolata da continue immersioni, effettuate sin da bambini.
News controllata da: Nicola CADEL
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