|
lunedì 8 aprile 2002
La flotta giapponese torna a casa con 2000 tonnellate di carne di balena
Si è conclusa, dopo cinque mesi, la falsa spedizione scientifica dei giapponesi che hanno cacciato 440 balenottere minori, nonostante la moratoria internazionale e che il mar Antartico, dove si è svolta la caccia, sia Santuario di protezione dei cetacei.
Il bottino con cui la flotta baleniera torna a casa è di 2000 tonnellate di carne di balena.
Negli ultimi 15 anni, l'agenzia per la pesca del Giappone ha sovvenzionato la caccia attraverso un'organizzazione privata creata per spacciare l'attività come "ricerca scientifica".
"I giapponesi sostengono di effettuare quest'attività per conto della IWC (Commissione baleniera internazionale) che però non solo non l'ha mai sollecitata, ma ha anzi chiesto più volte di porvi fine - spiega John Frizel, responsabile campagna Oceani di Greenpeace -. L'Agenzia per la pesca dice anche che le balenottere mangiano troppi pesci e quindi danneggiano l'attività ittica, peccato che si nutrano solo di krill".
E' un anacronismo, sostiene Greenpeace, che nel ventunesimo secolo il capitano Achab navighi ancora alla ricerca di Moby Dick. La flotta baleniera non porta a casa alcun dato scientifico, ma solo carne di balena che alimenta un mercato in crisi.
Secondo una ricerca pubblicata sul prestigioso quotidiano "Asahi Shimbun" solo il 4% dei giapponesi afferma di mangiare di tanto in tanto carne di balena ed il 9% molto raramente. Circa il 30% della carne prodotta dalla "ricerca scientifica" dello scorso anno, inoltre, è rimasta invenduta: si tratta ormai solo di un prodotto di lusso che interessa ad una piccola elite.
Eppure, il Giappone ha annunciato di voler riprendere la caccia anche alle balenottere boreali del nord Pacifico e tra poco più di un mese, quando nel porto baleniero di Shimonoseki si riunirà la Commissione Baleniera Internazionale, tenterà di tutto per eliminare la moratoria alla caccia alle balene.
Fonte: www.greenpeace.it
News controllata da: Nicola CADEL
|
