@ Classificazione
Il genere Tetraodon, istituito da Linnaeus nel 1758, appartiene alla famiglia
Tetraodontidae. Le 40-100 specie che, a seconda degli autori, vengono attribuite
alla famiglia sono nella quasi totalità diffuse nelle acque dolci, salmastre e
marine delle regioni tropicali dell’Africa, dell’Asia e dell’Australia ove abitano
la fascia costiera.
@ Com'è fatto il Pesce Palla
I nomi popolari di pesci palla e gonfiatori, con cui vengono sovente
indicati, si riferiscono alla loro abitudine di rigonfiare fortemente il corpo,
se vengono disturbati, fino ad assumere una forma quasi sferica. Mancano delle
pinne ventrali e della prima pinna dorsale, hanno la pinna anale e la seconda
dorsale contrapposte, la pinna caudale di solito lunga, arrotondata e meno
frequentemente convessa; questa pinna viene utilizzata solo per operare
variazioni di rotta mentre l’unica dorsale e quella anale fungono, unitamente
alle pettorali in costante movimento, da organi propulsori. La pelle, dura e
simile al cuoio, è priva di scaglie ma armata, in quasi tutte le specie, di
acuminati aculei cavi che sono rivolti verso la parte posteriore del corpo;
durante il riposo vengono alloggiati in appositi pori.
La bocca, piccola e dal taglio
orizzontale, è circondata da labbra dietro le quali si sviluppano le mascelle;
queste sono armate di denti, fusi a formare una sorta di robusto becco di
pappagallo che nel pieno centrale, sia della mascella superiore sia della
mandibola, reca una sutura. Queste piastre sono soggette ad una continua
crescita e si rivelano particolarmente adatte per triturare cibi duri come
crostacei, gasteropodi, molluschi e soprattutto rami di corallo. Rivolgono
infatti le proprie preferenze ad animali rivestiti di un involucro chitinoso
principalmente perché simili prede sono dotate di scarsa mobilità e non possono
perciò sottrarsi alla cattura con una rapida fuga, inoltre evitano un
accrescimento delle placche dentarie che potrebbe rivelarsi eccessivo causando
l’incapacità di aprire la bocca per sfamarsi.
@ Comportamento
I pesci palla sono rigidamente territoriali e necessitano di nascondigli in
cui potersi rifugiare: un comportamento non facile a riconoscersi nelle forme
più attive e vivaci; allorché due individui si incontrano si mostrano di solito
aggressivi, sebbene a tale riguardo esistano notevoli differenze da specie a
specie e tra i singoli esemplari; quando compaiono pesci più grandi o vari maschi
si disputano la stessa femmina, i Tetraodontidi si rigonfiano d'acqua per apparire
più grossi ed imporsi così ai compagni: la muscolatura cutanea viene allora
tesa e la trazione che ne deriva si propaga anche agli aculei che fuoriescono
dai pori e, rizzandosi, si sviluppano in tutte le direzioni.
@ Un po' di biologia
Tutti i Tetraodontiformi recano nello stomaco una estroflessione sacciforme,
dalle pareti sottili e dilatabili che può venire a poco a poco riempita
dall’acqua (in superficie, o al di fuori dell’elemento liquido, anche in parte o
totalmente dall’aria) che i pesci via via inghiottono. La vera e propria “pompa”
di questo sistema è però rappresentata dalla cavità branchiale che può essere
sbarrata da apposite valvole. La cavità sacciforme viene riempita fino ad un
livello massimo che è controllato da muscoli cutanei i quali evitano il pericolo
dell’esplosione. Al fine di rendere possibile tale abnorme ingrossamento le ossa
pelviche si sono completamente atrofizzate e la sezione anteriore della colonna
vertebrale si è corredata di un dispositivo che le consente di incurvarsi e di
adattarsi così alla forma sferica.
L’utilizzo di aria per riempire la
camera sacciforme è abbastanza raro in quanto è più difficile da espellere;
eccezion fatta nei casi di bassa marea in cui i Tetraodontidi sono infatti
costretti a trattenersi nelle pozze che le onde hanno formato lungo la costa;
rigonfiatosi d’aria il pesce palla galleggia naturalmente con il ventre rivolto
verso l’alto. L’aria così immagazzinata sembra addirittura avere una funzione
biologica: può essere infatti inviata gradualmente alle camere branchiali ove
viene utilizzata per la respirazione. Una volta ristabilite le normali
condizioni di livello dell’acqua i pesci si liberano dell’aria o dell’acqua
utilizzata per il rigonfiamento e questo fenomeno, insieme all’assunzione,
provoca un rumore piuttosto forte quasi un grido. Se estratti spesso dall’acqua,
per esempio per motivi di ricerca, possono abituarsi evitando il rigonfiamento o
riducendolo.
@ Come nuotano
La tecnica di nuoto presenta una notevole perfezione: un esatto "ondeggiare"
della pinna dorsale e di quella anale imprime al corpo la necessaria spinta
in avanti; i raggi possono spostarsi anche in direzione opposta, ed il pesce
scivola allora a ritroso; le pinne pettorali si muovono costantemente per permettere
al Tetraodontiforme di operare continue variazioni di rotta, conversioni, spostamenti
verticali e così via. In pratica, dunque, i pesci palla sono strutturati in
modo da raggiungere la maggior mobilità possibile nello spazio più ristretto:
un'importantissima caratteristica, tenuto conto del fatto che il loro tipico
ambiente di vita sono le barriere coralline ricche di fenditure e di nascondigli.
La coda viene usata solo eccezionalmente come organo propulsore, ad esempio
durante le rapide fughe, mentre normalmente funge da timone; durante il riposo
viene normalmente ripiegata ad arco verso un fianco, un'abitudine forse più
comune nelle forme bentoniche.
@ Curiosità
A tavola con un palla! Allo stato adulto molti Tetraodontidi sono velenosi;
il contenuto di veleno raggiunge i valori più elevati durante il periodo invernale:
esattamente in questa stagione, tuttavia, le loro carni raggiungono la massima
gustosità, il che li rende pregiati e ricercati; in Giappone, ad esempio, le
carni dei Tetraodontidi perdono sapore dopo l'epoca della riproduzione, in Maggio,
e non rivestono allora alcun valore. La tetraodotossina venne isolata nel 1950,
appunto in Giappone, ed è
stata il primo forte veleno naturale di
cui si sia riusciti ad analizzare la composizione chimica: si è così accertato
che è cristallizzabile e che la quantità letale si aggira sugli 8-10 milligrammi;
la morte sopravviene per inibizione del centro respiratorio nel cervello e conseguente
paralisi dei muscoli demandati alla respirazione. In Giappone, viene considerato
un cibo particolarmente prelibato il "fugu", una specialità preparata con varie
specie di Tetraodontidi; poiché il veleno non viene distrutto neanche dalla
cottura delle carni, i cuochi che vogliono preparare questa pietanza devono
frequentare una scuola particolare conseguendo, al termine del corso, un apposito
diploma.
L'azione venefica di questi pesci è naturalmente nota, quanto la loro gustosità,
ormai da secoli: gli scavi (ossa provenienti fuori da rifiuti delle cucine)
operati al riguardo hanno, infatti, permesso di accettare che i giapponesi si
cibano di Tetraodontidi da oltre 1500 anni. E' noto inoltre che pietanze analoghe
al "fugu" vengono preparate anche con forme di acqua dolce, ad esempio con il
Tetraodon mbu nei territori attraversati dall'Ubanghi e con il Tetraodon fahaka
in Nigeria. Vi è venuta voglia di fare un saltino in Giappone a provare il gusto
di un palla eh??!
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