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lunedì 11 marzo 2002

Caraibi, la terra africana minaccia la barriera corallina


Uno studio universitario dimostra il nesso tra il flusso atlantico di pulviscolo ricco di funghi e batteri dal Nord Africa con la moria di coralli nelle acque del Centro America.
Le barriere coralline dei Caraibi sono in pericolo. Le acque della zona tropicale, un tempo ricche di coralli, restano ora solo tappeti di alghe. Per spiegare questa “ecatombe”, gli scienziati hanno inizialmente puntato l'attenzione sull' inquinamento provocato dall' uomo e sulle attività di pesca intensiva, ma il problema riguarda anche zone incontaminate e distanti dalle cause degli squilibri ecologici. Il responsabile della “moria” dei microrganismi che costituiscono i coralli potrebbe essere una polvere africana, trasportata dai venti per oltre 4.500 chilometri. L'ipotesi è contenuta in un articolo dell'edizione italiana della rivista World Watch, curata da Legambiente. Il fenomeno non è recente. Già Darwin aveva notato che il suolo africano si sbriciolava e cadeva in mare, lasciandosi trasportare dalle correnti atlantiche. Solo recentemente però i ricercatori hanno scoperto il nesso tra le centinaia di milioni di tonnellate di suolo africano soffiate ogni anno dai venti verso i Caraibi e lo sconvolgimento dell' ecosistema locale.
Joseph Prospero, dell'Università di Miami, ha scoperto che l’improvviso aumento delle precipitazioni intorno al 1970 nella zona delle Barbados coincideva con l' inizio di una prolungata siccità in Nord Africa. Ma il più grande spostamento di pulviscolo mai registrato è del febbraio 2000: le foto satellitari mostrano un ponte di polvere ininterrotto che unisce l'Africa alle Americhe. I ricercatori sono quindi riusciti a individuare, nella polvere che raggiunge i Caraibi, varietà di batteri e di funghi. L'agente patogeno responsabile delle morti di massa dei coralli è l'Aspergillus sydowii, un fungo del suolo che non si riproduce nell' acqua salata. Il pulviscolo può danneggiare anche la salute umana, perché le particelle fini irritano le vie respiratorie e possono depositarsi in profondità nei tessuti polmonari.

Fonte: www.ilnuovo.it

News controllata da: Nicola CADEL


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