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giovedì 15 novembre 2012

Il più raro cetaceo del mondo mai visto prima


Il mesoplodonte di Travers (Mesoplodon traversii), uno misterioso zifio che nessun uomo ha mai visto vivo, ha fatto la sua comparsa su una spiaggia della Nuova Zelanda, purtroppo sottoforma di due cetacei morti. Lo ha confermato su Current Biology un team di ricercatori neozelandesi e statunitensi che grazie alle carcasse di una femmina e del suo cucciolo spiaggiati il 31 dicembre 2010 scrivono: «Per la prima volta abbiamo una descrizione dei mammiferi marini più rari e forse più enigmatici del mondo». Rochelle Constantine, uno dei coautori dello studio "The world's rarest whale" e ricercatore dell'università di Auckland sottolinea che «Questa è la prima volta che questa specie, un cetaceo di oltre 5 metri di lunghezza, è mai stato visto come individuo completo ed abbiamo avuto la fortuna di trovarne due. Fino ad ora, tutto ciò che conoscevamo sul mesoplodonte di Travers erano tre teschi parziali raccolti in a Nuova Zelanda ed in Cile in un periodo di 140 anni. È degno di nota che non sappiamo quasi nulla di questi un mammifero di grandi dimensioni». Il frammento di cranio di Mesoplodon traversii recuperato più di recente in un'isola al largo del Cile risaliva a 26 anni fa. Insomma, si sapeva che un cetaceo chiamato mesoplodonte di Travers probabilmente viveva nei mari del nostro pianeta, ma nessuno sapeva neppure come fosse fatto. Quando un gruppo di ambientalisti la notte di Capodanno del 2010 si è imbattuto ad Opape Beach, in Nuova Zelanda, nella femmina e nel suo cucciolo morti hanno pensato si trattasse di mesoplodonti di Gray (Mesoplodon grayi), zifidi molto più comuni ed hanno chiamato il New Zealand Department of Conservation che ha fotografato gli animali, li ha misurati ed ha raccolte e campioni di tessuto che, con i successivi test del Dna hanno portato all'eccezionale scoperta di due veri e propri fantasmi del mondo animale. Solo allora i ricercatori hanno riesumato i resti dei due rarissimi zifi per condurre ulteriori test.

«Quando questi esemplari sono arrivati nel nostro laboratorio - spiega Constantine - abbiamo estratto il Dna come siamo soliti fare per i campioni come questi, e siamo rimasti molto sorpresi di scoprire che erano zifi di di Travers. Abbiamo rifatto le analisi un paio di volte per essere sicuri e prima di renderlo noto a tutti».

Gli scienziati non sanno perché questi cetacei siano così sfuggenti «Può darsi che siano semplicemente una specie che vive in mare aperto e muore nelle acque oceaniche profonde e solo raramente arriva a terra - spiega Rochelle Constantine - La Nuova Zelanda è circondata da enormi oceani. C'è un sacco di vita marina che resta sconosciuta».

I ricercatori, capeggiati da Anton van Helden, che gestisce la collezione di mammiferi marini del museo nazionale Te Papa della Nuova Zelanda, sono ritornati sulla spiaggia di Opape per riesumare gli scheletri degli zifi sepolti nella sabbia e sono stati in grado di ricostruirli. Helden, che è anche uno degli autori della ricerca, dice che si tratta di «Una scoperta enormemente significativa. E' impossibile sapere perché i cetacei si siano spiaggiati, anche se i cetacei spesso si spiaggiano quando si ammalano. Di queste specie non si sa quasi nulla, salvo che vivono nel Pacifico meridionale e mangiano soprattutto calamari».

Secondo altri ricercatori potrebbe essere possibile utilizzare gli scheletri degli zifi per ricostruire i loro muscoli e tessuti e per scoprire di più su come vivono e muoiono e perché sono così solitari. Il ritrovamento potrebbe anche fornire informazioni più ampie sui complessi ecosistemi dell'oceano.

La scoperta che questo cetaceo fantasma condivide ancora con noi il pianeta Terra serve a farci ricordare quanto ancora poco sappiamo ancora della vita marina e la sua scoperta mette in evidenza l'importanza della tipizzazione del Dna e delle collezioni di riferimento per l'identificazione delle specie rare. Infatti, la vera identità di quelli che si sono rivelati come i più rari cetacei del mondo è venuta alla luce solo grazie alle analisi del Dna di routine che vengono fatte da un programma che da 20 anni raccogliere dati sulle 13 specie di zifi che vivono nelle acque della Nuova Zelanda.

Fonte: Greenreport

News controllata da: Franco IANNELLO


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