lunedì 4 febbraio 2013
I pesci si “restringono” a causa della pesca intensiva
Uno studio australiano ha analizzato lo “strano” effetto che la pesca commerciale, soprattutto a strascico, e il riscaldamento globale, hanno di “restringere” i pesci tra una generazione e l’altra, rendendoli più vulnerabili ai predatori. Passate ricerche avevano già accertato che alcune specie diminuiscono di dimensione man mano che gli individui più grandi finiscono nelle reti, e che il cambiamento climatico impatta sulla catena alimentare ora l’impatto di questo fenomeno è stato misurato. Studiosi della divisione “Ricchezza degli oceani” dell’ente australiano di ricerca Csiro, guidati dalla biologa marina Asta Audzijonyte con la collaborazione di colleghi finlandesi, hanno usato un gigantesco modello computerizzato per simulare l’interazione fra 56 gruppi di organismi fra cui alghe, crostacei, pesci e balene. L’obiettivo era di prevedere cosa può avvenire se cinque specie, regolarmente pescate a strascico presso il sudest dell’Australia, declinano in lunghezza lungo un periodo di 50 anni. La riduzione è risultata modesta, fino al 4%, ma la mortalità da predatori è aumentata fino al 50%. Le ripercussioni per l’ecosistema e per la stessa industria ittica sono significative, scrive Audzijonyte su Biology Letters. La biomassa totale per quattro delle specie in esame, e quindi la quantità pescata, diminuirebbero fino al 35%. «Anche piccole diminuzioni possono avere gravi effetti sulla mortalità naturale», scrive la biologa. La pressione inoltre può causare un’evoluzione delle specie verso minori dimensioni. «Se maturano tardi possono essere catturati e non riprodursi, quindi vi è una pressione evolutiva verso una maturazione anticipata». L’uomo sta cambiando gli ecosistemi marini in tutto il mondo - direttamente con la pesca e indirettamente attraverso il riscaldamento globale, sostiene Audzijonyte. «Le pratiche di gestione dell’industria ittica che ignorano questi cambiamenti in atto rischiano di sovrastimare la resa nel lungo termine e di decimare le specie con pesca eccessiva», aggiunge.
Fonte: LA STAMPA.it
News controllata da: Ernesta LA FACE
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