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mercoledì 27 giugno 2012

Un pesce di nome Samanta


“Samanta” (senza “h”). L’hanno ribattezzata così in Autorità portuale e in Capitaneria di Porto. Perché la grossa (oltre due metri di apertura delle pinne e almeno tre di lunghezza da testa a coda) manta che da tre giorni girovaga tra il porto di Savona e le spiagge della Margonara, con frequenti puntate in darsena tra le barche, sta diventando un po’ un personaggio, un’attrazione per tanti savonesi, non solo pescatori, che ieri hanno avvistato il maestoso pesce cartilagineo (la famiglia è la stessa degli squali, ma si ciba solo di plancton e piccoli pesci) in uno dei suoi tanti giri per la Darsena.
Ma oltre alla curiosità cresce anche la preoccupazione per le sorti del pesce, tanto che ieri due biologi dell’Acquario di Genova, esperti della Fondazione Cima, personale della Capitaneria di Porto e della Port Authority hanno compiuto vari giri di osservazione insieme a lei, per monitorarne la salute.
Che non sembra ottima: rispetto a domenica scorsa la velocità di nuoto del grosso pesce è diminuita, si muove sempre più lentamente e sembra con difficoltà. E pare avere qualche segno sulle pinne laterali che nei giorni scorsi non era stato osservato. Forse ferite.
La Capitaneria di Porto ha diramato un avviso a tutte le imbarcazioni sul canale radio con l’indicazione, per i natanti che passano dentro il porto savonese, di fare la massima attenzione a non colpire il pesce, che nuota spesso e volentieri a filo d’acqua. Anche i pescatori, che si muovono nelle ore di buio e potrebbero non vederla, sono stati invitati a fare la massima attenzione.
«L’unico pericolo per lei può venire dall’uomo - spiega Amelie Moulins, biologa della fondazione Cima di monitoraggio ambientale - non è entrata in porto perché malata o disorientata, come potrebbe accadere a un cetaceo, ma sicuramente se non mangia e non prende la via del mare aperto soffrirà». Oggi dovrebbe arrivare anche un veterinario dell’Acquario genovese per valutare le condizioni e, nel caso, un eventuale “salvataggio” del pesce.
I biologi hanno comunque consigliato di non disturbare la manta, soprattutto di non tentare di avvicinarla dandole del cibo, visto che il suo alimento naturale è il plancton.
Le acque del porto savonese non sono nuove ad avvistamenti di rilievo: alcuni anni fa un grempo, i delfini, anche un pescecane e, l’anno scorso, le balenottere e la balena deceduta nella zona degli Alti Fondali. Tutti segnali, quantomeno, di una discreta pulizia delle acque.


Fonte: Il Secolo XIX

News controllata da: Ernesta LA FACE


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