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  Se@News

martedì 20 luglio 2010

Squalo di due metri a Monterosso


Una quindicina di anni fa, era un’estate calda, ed il passaggio di parecchie “pinne” aveva fatto scattare un allarme nel golfo. Per qualche giorno nessuno aveva osato fare il bagno, davanti a San Terenzo e alle Cinque Terre. Ieri, un grande squalo di due metri (purtroppo senza vita) ha fatto il suo ingresso nella baia di Portovenere, attaccato al peschereccio che ogni giorno arriva col pescato del giorno. «Non è pesce da ristoranti: molti di questi pesci nemmeno sono commestibili», precisano ai famosi locali della calata: dove la gente s’è raccolta a frotte, ieri, ad osservare quel maestoso signore del mare, appoggiato sulla banchina, come un pupazzo morbido. Non è pesce da ristoranti: e infatti, la verdesca si trova anche nelle zuppe congelate, e nei discount italiani i suoi tranci possono costare appena 65 centesimi al chilo: effetto d’un mercato al ribasso, che nel mondo uccide 100 milioni di squali l’anno, mettendone in pericolo la sopravvivenza.

E dire che a seconda della specie, lo squalo può vivere dai 20 ai 200 anni: più vicino com’è – secondo Slow Food, che dal suo salone Slow Fish invita a non consumarne le carni - alle tartarughe di mare ed ai mammiferi marini, che non ai pesci ossei come il tonno. Pare che metà dei pescicani catturati finisca in rete per errore: ed infatti, non è che i pescherecci diano loro la caccia, non almeno qui da noi. Qualche volta, ne arrivano in banchina: uno, grande, era stato issato alla Marina di San Terenzo, un’estate fa. L’avevano venduto a fette ai turisti: ché gli spezzini, di squalo, non vanno certo ghiotti. Non è qualcosa che capita spesso, vederli a riva: ma va detto che in realtà nel bacino del Mediterraneo ce ne sono ben 84 specie. E infatti, i pescatori del golfo hanno tante storie da raccontare, meglio a taccuini chiusi.

«Anni fa – racconta uno di loro – se ne prendevano molti: ma a dirla tutta, si vendevano a 10mila lire al chilo, e al mercato te ne davano appena cinque. Non sono specie pregiate. E non è che noi si vada a cercarli: ti capita di tirarli su con le reti, perché magari ti ci sono finiti dentro con i denti, e restano incastrati. A volte sono già morti. Altre volte, si ributtano in mare: piuttosto, tagli un pezzo di rete, e te ne liberi. Meglio non avere problemi con i controlli ».

Fonte: Il Secolo XiX

News controllata da: Ernesta LA FACE


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