mercoledì 9 giugno 2010
La balena globe-trotter del Mediterraneo
E' un esemplare raro. Forse si è perso dopo avere lasciato per sbaglio l'Atlantico. Da Tel Aviv a Barcellona: lo stesso cetaceo osservato a distanza di 4 mila chilometri in meno di 3 settimane
Audace o sperduta, una balena grigia vaga nel Mediterraneo. I biologi marini ormai sono sicuri: è sempre lei. È sempre la stessa, quella gigantesca pinna caudale, fotografata al largo di Tel Aviv l’8 maggio e riconosciuta, pochi giorni fa, di fronte al porto di Barcellona.
Le macchie sulla coda dimostrano che la balena grigia è la stessa. La foto a sinistra è stata scattata a Tel Aviv, quella a destra nelle acque di Barcellona (GUARDA). Il cetaceo passeggia tra le due sponde opposte del Mediterraneo, forse alla ricerca dell’uscita per tornarsene nel Pacifico orientale, dove risiedono altri 20 mila esemplari della sua specie e da dove, probabilmente, è arrivata. A meno che sia un insospettato superstite della colonia dell’Atlantico del Nord, dove le balene grigie risultano però estinte da quasi 300 anni. In quella grande piscina del Mare Nostrum, l’avvistamento di un Eschrichtius robustus, il suo poco orecchiabile nome scientifico, è un avvenimento. Due, nell’arco di un mese, sarebbero un maremoto nelle convinzioni correnti della comunità oceanografica internazionale.
Ma confrontando la morfologia, le macchie e le incrostazioni della coda in emersione, i ricercatori dell’Immrac (Israel Marine Mammal Research & Assistance Center) e i colleghi catalani di Submon, confortati dalla consulenza di esperti statunitensi, si sono persuasi che si tratti proprio della stessa, rarissima balena grigia, in gita solitaria per acque inusuali.
I connotati grossomodo corrispondono: una dozzina di metri di lunghezza, una ventina di tonnellate di peso. E, anche se il riservato giovanotto finora non ha concesso agli obiettivi che la sagoma della sua coda, è stato identificato con certezza come un maschio adulto. I suoi consimili, e soprattutto le femmine della specie, possono arrivare anche a 16 metri di lunghezza e a pesare più di trenta tonnellate.
La sua apparizione nel Mediterraneo e la sua rapidità negli spostamenti ovviamente intrigano i biologi marini: una balena grigia viaggia, senza particolare fretta, a 8-10 chilometri l’ora e nelle sue migrazioni può farne ventimila all’anno, fra andata e ritorno, di solito tra il nord e il sud del Pacifico. Come e perché questo esemplare si sia spinto fino a un miglio dalla costa di Herzliya, a nord di Tel Aviv, è ancora un mistero. Mentre non è tecnicamente impossibile che abbia poi percorso i quasi quattromila chilometri che separano Israele dalla Spagna in tre settimane.
Gli studiosi catalani hanno chiesto ai naturalisti che stazionano a Gibilterra di avvertirli se il mammifero dovesse palesarsi nello Stretto, sulla via del ritorno all’oceano. Pensano che la balena globe-trotter sia arrivata dal Pacifico navigando nelle acque artiche del Canada, abbia superato lo Stretto di Bering e sia poi scesa attraverso l'Atlantico, fino a insinuarsi nel Mediterraneo. Concordano su questa teoria gli israeliani: i ghiacci polari non sarebbero stati un ostacolo sul suo tragitto, perché in molti punti si sono ormai liquefatti. Ignara del clamore scientifico scatenato, la balena sembra aver ripreso il largo. La porta per l’oceano però adesso è sorvegliata: i ricercatori vogliono fotografare la maestosa esploratrice, avvicinarla, possibilmente prelevare un campione della sua pelle per catalogarne il dna tra quello della famiglia dell’Atlantico o del Pacifico. Non le sarà facile filarsela indisturbata
Fonte: Corriere della sera
News controllata da: Ernesta LA FACE
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