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sabato 10 ottobre 2009

I leoni marini con le stellette dei Marines


Joe, Gremlin, Jack giocano nella vasca naturale ricavata nel porto di Marciana Marina, all’Isola d’ Elba, in attesa di affrontare la gara con lo strano "pesce" d’acciaio che fa bella mostra di sè sul molo (racconta Chiara carenini dell'Ansa). Il "pesce" è un Auv, authonomous undersea vehicle, gioiello sonar realizzato in collaborazione con due aziende, una americana e una inglese, dal Nurc.

È partita oggi a Marciana la prima esercitazione cui partecipano il Nurc e le marine militari americana e olandese per la ricerca di oggetti sul fondo del mare. Fondali profondi sui quali possono essere state posate mine o, come stanno cercando di appurare indagini e inchieste, veri e propri carichi di rifiuti pericolosi. Gli scienziati cercheranno di stabilire se nella ricerca sottomarina di oggetti (soprattutto mine ma anche tutto ciò che in fondo al mare non ci può stare) sia più affidabile l’occhio languido e il senso del gioco di un leone marino addestrato o l’Auv, una specie di siluro composto da un sofisticatissimo sonar capace di fotografare alla perfezione ciò che si trova poggiato sul fondo del mare.

Un capolavoro di ricerca e di tecnica che costa 4 milioni di euro. Ma Joe e i suoi compagni, arrivati in aereo dalla California dove vengono addestrati dai Marines a cercare mine inesplose e situazioni a rischio, non temono il confronto. Joe, 100 chili di peso, imponenti baffi e una voglia di giocare, e mangiare, infinita ha sulla schiena un localizzatore gps e tra i denti un gancio con il quale catturerà un bidone collocato in fondo al mare consentendone il recupero. Joe sa che può scendere tranquillamente in apnea fino a 300 metri senza subire traumi e sa cosa cercare.

Per l’esercitazione ha pronte le imitazioni di alcune mine pericolosissime, di profondità: tra le altre, le temibili manta costruite da un’azienda italiana che si possono trovare soprattutto in mari mediorientali. A Joe basta vederle un volta, le riconoscerà. Così come riconosce i bidoni: scende nelle profondità marine, dove l’occhio umano non potrebbe mai vedere, aggancia con perizia il cavo e risale velocissimo. Sulla banchina l’aspettano i complimenti e soprattutto le acciughe come ricompensa.

La squadra che addestra i leoni marini è per metà militare e per metà civile: il progetto, che si chiama MK-5, prevede l’addestramento e la formazione dei leoni marini sia per le contromisure mine che per le situazioni di rischio, inquinamento compreso. Da molto tempo la Marina militare Usa questi splendidi mammiferi marini per la ricerca sottomarina, mentre la Marina italiana si affida ai nuclei specializzati (i nuclei Sdai) che hanno lo stesso compito: trovare ciò che è depositato in fondo al mare, neutralizzarlo e distruggerlo.

La banda di Joè a questo è addestrata: tanto che i loro compagni umani - che sono istruttori, ma anche compagni di giochi - hanno scritto sulla maglietta "You deploy ’em, we destroy ’em". Joe abbaia e approva.
Il Nato Undersea Research center (Nurc) ha base a La Spezia ed è l’unica organizzazione per la ricerca in campo marittimo dell’Alleanza Atlantica. Istituito come struttura specifica specializzata in ambito subacqueo, operava essenzialmente in ambito militare ed era denominato Saclant. Con la caduta del muro, venute meno le necessità di ricerca in campo bellico subacqueo, è stato istituito il Nurc come centro di ricerca civile ad ampio spettro in campo marittimo mondiale che, in aggiunta al supporto operativo della Nato, punta a incrementare la propria attività a favore di strutture pubbliche e commerciali.
Tra le proprie missioni il Nurc supporta le esigenze operative e di trasformazione delle nazioni della Nato, promuove l’innovazione, preserva le competenze necessarie per condurre la ricerca e l’innovazione in campo marittimo.

Inoltre progetta sistemi non letali per la protezione di porti e navi, attenua il rischio di impiego sonar sui mammiferi marini, realizza sistemi autonomi di contromisure mine e per la scoperta e la classificazione di ordigni esplosivi oltre a ideare sistemi a basso costo per la protezione ambientale. Attualmente la direzione è affidata al francese Francois Regis Martin-Lauzer, mentre il capo degli scienziati che operano al Nurc è l’americano Tom Curtin. Il Nurc ha base a La Spezia, all’interno della struttura di Mariperman. Occupa oltre 180 dipendenti di cui il 75% sono scienziati, ingegneri e tecnici reclutati nelle nazioni Nato con contratti a rotazione della durata da tre a cinque anni.

Fonte: LA STAMPA

News controllata da: Ernesta LA FACE


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