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lunedì 30 marzo 2009

Un nuovo sonar per seguire le migrazioni dei pesci


Per la prima volta, gli ingegneri del MIT sono riusciti a osservare l'inizio di un raggruppamento di massa seguito da una migrazione di centinaia di milioni di animali, in questo caso di pesci.

Il lavoro, condotto utilizzando una nuova tecnica di imaging, "fornisce informazioni essenziali per la conservazione degli ecosistemi marini abitati da sconfinati banchi di pesci", come ha spiegato il gruppo di ricerca sull'ultimo numero della rivista "Science" che pubblica i risultati dello studio.

Le conclusioni sembrano anche confermare le teorie sul comportamento di grandi gruppi di animali in generale, dagli stormi di uccelli agli sciami di locuste, che finora si sono basate soltanto su previsioni teoriche, simulazioni al computer ed esperimenti di laboratorio.

Per esempio, il gruppo ha scoperto che una volta che il gruppo di pesci ha raggiunto una densità di popolazione critica, si scatena una reazione che ha come risultato il movimento sincronizzato di milioni di individui su una vasta area.

"Per quanto ne sappiamo è la prima volta che si riesce a quantificare in natura il comportamento di un così ampio ecosistema", ha commentato Nicholas C. Makris che ha guidato lo studio.

I banchi di pesci che compiono la migrazione può estendersi anche per 40 chilometri. Lo studio era focalizzato sulle aringhe dell'Atlantico osservate al largo della Georges Bank, nei pressi di Boston, e si è protratto per tutta la stagione autunnale passata.

Il monitoraggio è stato condotto grazie allo strumento Ocean Acoustic Waveguide Remote Sensing (OAWRS), inventato dallo stesso Makris nel 2006, che ha permesso di registrare immagini di un'area di circa 100 chilometri di diametro ogni cinque secondi con un notevole miglioramento rispetto alle tecniche convenzionali.

È come essere passati dall'osservazione di un pixel sullo schermo di un computer a guardare l'intero fotogramma di un film", ha commentato Makris.

Sia l'OAWRS sia le tecniche convenzionali si basano su metodi acustici per localizzare oggetti registrando le onde acustiche che rimbalzano su di essi, in questo caso i pesci nelle profondità marine. Il sistema, tuttavia, utilizza una frequenza molto inferiore che può raggiungere maggiori distanze e fornire informazioni utili anche da segnali molto meno intensi.

Makris prevede che l'uso dell'OAWRS possa consentire di monitorare meglio le popolazioni di pesci e quindi di mettere in atto più efficaci politiche di conservazione. I grandi banchi di pesci dell'oceano costituiscono un fattore essenziale per la catena alimentare nonché per le risorse alimentari umane.(

Fonte: Le Scienze

News controllata da: Ernesta LA FACE


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