venerdì 7 marzo 2008
Rischio estinzione per il pesce farfalla
Uno splendido pesce farfalla molto ammirato dagli ecoturisti, così come dai subacquei e dagli appassionati di acquari, potrebbe essere a rischio di estinzione. A lanciare l’allarme sulla rivista “Behavioural Ecology and Sociobiology” sono i ricercatori Morgan Pratchett e Michael Berumen del Woods Hole Oceanographic Institution degli Stati Uniti. Il caso della specie Chaetodon trifascialis, da loro analizzata, è un esempio di come la pressione antropica sulle barriere coralline del mondo determinata dall’ipersfruttamento e dall’inquinamento, unita agli effetti del cambiamento climatico, mettano alcune specie in serio pericolo", ha spiegato Morgan Pratchett, dell’ARC Centre of Excellence for Coral Reef Studies e docente della James Cook University. Nello studio, Pratchett e colleghi sottolineano come siano proprio la natura altamente specializzata del pesce e le sue particolari abitudini alimentari a renderlo estemamente sensibile, nonostante la sua notevole diffusione nei mari del mondo faccia pensare il contrario. “C. trifascialis infatti si nutre esclusivamente di un solo tipo di corallo, l’Acropora hyacinthus”, ha continuato Pratchett. "Quando questo muore, semplicemente il pesce scompare dalla barriera corallina.” In realtà il gruppo di ricerca era partito dall’idea che difficilmente un pesce vada incontro alla scomparsa, invece che variare la propria dieta. Per questo motivo ha effettuato una sperimentazione con C. trifascialis in acquari di prova con differenti coralli a disposizione del pesce. Quest’ultimo è cresciuto ed è vissuto regolarmente finché era presente il suo corallo preferito, ma quando questo veniva a mancare, pur in presenza delle altre specie di corallo, mostrava notevoli difficoltà di sviluppo e di nutrizione, andando incontro in molti casi alla morte. “Chiamiamo queste specie ‘specialisti obbligati’: significa che hanno una forte preferenza nella dieta e vanno incontro al declino quando questa non è più disponibile. Non abbiamo ancora una spiegazione scientifica soddisfacente per questo tipo di comportamento, anche se esso sembra assai rischioso dal punto di vista evolutivo”, ha concluso Pratchett (fc).
Fonte: Le Scienze
News controllata da: Franco IANNELLO
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