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  Se@News

martedì 11 dicembre 2007

Una diga sul Mar Rosso


La tecnologia attuale permette, secondo i progettisti olandesi, di pensare di passare dalla costruzione di impianti idroelettrici su fiumi a impianti destinati a controllare ampi spazi marini. Un progetto a macro-scala di questo tipo è già stato pensato per lo stretto di Hormuz, all'inizio del Golfo Persico. Questa barriera dovrebbe permettere di sfruttare il ciclo di evaporazione dell'acqua marina per produrre notevoli quantità di elettricità.
Secondo Schuiling una diga costruita all'altezza dell'imbocco del Mar Rosso, a Bab-al-Mandab, capace di regolare l'afflusso di acqua marina nel Mar Rosso, dove l'evaporazione particolarmente intensa e rapida avrebbe potenzialità ancora superiori, creando le condizioni per la costruzione di un impianto idroelettrico da 50 gigawatt di potenza. Per confronto, sottolinea Schuiling, il più grande impianto nucleare statunitense, a Palo Verde, arriva a soli 3,2 gigawatt.
Per stessa ammissione Schuiling "Un progetto di questo genere influenzerebbe in modo drastico l'economia, la situazione politica e l'ecologia della regione, e i suoi effetti potrebbero avere ricadute ben al di là dei limiti fisici e politici del progetto." In particolare Schuiling ammette che si avrebbe una massiccia devastazione degli attuali sistemi ecologici della regione, con un impatto di portata internazionale sull'ambiente, sul turismo, sulla pesca e sui trasporti, ma ritiene che il progetto andrebbe preso in considerazione alla luce del notevole risparmio di emissioni di gas serra che consentirebbe e dell'ingente quantità di energia di fonte non fossile che potrebbe fornire sul lungo periodo.
E conclude: "Se i paesi che si affacciano sul Mar Rosso decidessero in favore del macro-progetto, è loro responsabilità limitarne il più possibile le conseguenze negative." Un appello che lascia a dir poco perplessi se si pensa anche solo a quanto è successo alle popolazioni che abitavano nelle regioni inondate dalle acque della diga delle Tre Gole, in Cina. (gg)

Fonte: Le Scienze

News controllata da: Franco IANNELLO


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