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martedì 20 novembre 2007

Plancton, un enorme pozzo di CO2


Il plancton sembra aumentare la quota di assorbimento del biossido di carbonio in risposta all’aumento delle concentrazioni di questo gas disciolto nel mare, contribuendo così ad alleviare il problema dell’effetto serra a livello globale.
Un gruppo internazionale di scienziati del Leibniz Institute of Marine Sciences di Kiel, in Germania, ha documentato per la prima volta questo meccanismo biologico in una popolazione di plancton. I risultati dello studio, ottenuti grazie a simulazioni delle condizioni degli oceani dei prossimi decenni, indicano aumento dell’assorbimento del CO2 del 39 per cento.
Ma l’inaspettato effetto positivo sul sistema globale del clima non sarebbe l’unica conseguenza di un simile processo poiché produrrebbe effetti deleteri sull’ecosistema marino.
In breve, l’aumento dell’assorbimento di CO2 da parte delle plancton finirà con l’accelerare il passo di acidificazione degli oceani negli strati più profondi, che avrà come conseguenza una diminuzione dell’ossigeno e un peggioramento della qualità nutritiva dello stesso plancton.
Lo sviluppo ultimo di questo processo potrebbe essere un impatto negativo sull’intera catena alimentare dei mari. Gli oceani attualmente sono di gran lunga il più grande “pozzo” del biossido di carbonio prodotto con le attività umane tutto il pianeta. Si calcola che finora essi abbiano assorbito quasi la metà di tutto il CO2 emesso con la combustione dei combustibili fossili. La questione che si pone è perciò la seguente: gli oceani continueranno a compensare il continuo aumento della percentuale di anidride carbonica anche nel prossimo futuro?
La risposta non è facile dal momento che gli attuali modelli per la dinamica del sistema globale del clima non comprendano la reazione degli organismi marini né dei processi che si possono innescare.
Secondo quanto viene riferito nel resoconto pubblicato sulla rivista “Nature”, per studiare i processi biologici e il loro potenziale sviluppo nel corso del tempo, gli scienziati di Kiel hanno utilizzato come riferimento sperimentale il Raunefjord, in Norvegia. In questo sito si è riusciti a isolare circa 27 metri cubi di acqua naturale del fiordo, della quale sono stati monitorati tutti i parametri.
In una parte dell’acqua è stata forzata l’immissione di CO2, il modo da simulare le concentrazioni previste rispettivamente per l’anno 2100 e 2150. Il plancton ha risposto in modo molto rapido all’aumentata disponibilità di biossido di carbonio: quanto più era alto il tasso di biossido di carbonio disciolto, tanto più le microalghe incorporavano i gas serra attraverso la fotosintesi.
Secondo i risultati dello studio, in definitiva, il CO2 può costituire un fertilizzante dell’oceano, e l’assorbimento di questo gas potrebbe aumentare anche del 39 per cento rispetto agli attuali tassi. (fc)

Fonte: Le Scienze

News controllata da: Franco IANNELLO


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