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lunedì 26 febbraio 2007

La vita sotto l'Antartide


Rimasta coperta per millenni, una porzione del fondo oceanico antartico è ora raggiungibile e rappresenta uno degli ecosistemi meno contaminati del mondo, ora studiato da un gruppo di 52 biologi marini tedeschi.
Il collasso delle piattaforme di ghiaccio Larsen A, distaccatasi dalla terraferma nel 1995, e Larsen B, che ha subito la stessa sorte nel 2002, ha liberato un’ampia fascia costiera della Penisola Antartica, permettendo all’equipaggio della nave Polarstern, di portare a termine una spedizione di monitoraggio delle acque fino a 850 metri di profondità nel’ambito del progetto Census of Antarctic Marine Life.
A questa spedizione ne seguiranno altre 13, programmate per l’Anno Polare Internazionale. Secondo il recente rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell’ONU, questo angolo dell’Antartide è la regione del mondo più esposta al cambiamento climatico globale. Grazie a una sofistica tecnica di osservazione e raccolta dei campioni, tra cui un veicolo telecomandato dotasto di telecamera, i biologi della Polarstern hanno ottenuto numerose fotografie della vita presente sul fondo marino, alcune delle quali rivelano la presenza di creature dall’aspetto poco familiare, fra le quali potrebbero esserci nuove specie.
"Il collasso delle piattaforme di Larsen potrà dirci molto sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità marina e sul funzionamento di questo ecosistema”, ha spiegato Julian Gutt, biologo marino dell’Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research e capo della spedizione. “Finora, gli scienziati non potevano fare altro che osservare la vita marina ‘sbirciando’ attraverso fori praticati sulla copertura glaciale. Ora siamo nella posizione di campionare ciò che riteniamo più opportuno in uno degli ecosistemi marini meno disturbati dalle attività umane di tutto il Pianeta.”

Fonte: Le Scienze

News controllata da: Franco IANNELLO


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