venerdì 2 febbraio 2007
Salvare le balene a costo zero
Un metodo semplice e a costo nullo per salvare le balene che vivono nel Golfo del Maine: è quanto propongono sulla rivista “Current Biology” i ricercatori della Dalhousie University, nella Nova Scotia, in collaborazione con i colleghi dell'Università del Rhode Island, e della Woods Hole Oceanographic Institution, che mettono sotto accusa le trappole per la pesca degli astici, nelle quali rimangono impigliati i cetacei. Sebbene sia stata protetta per più di 70 anni, la popolazione della balena franca boreale (Eubalena glacialis) non ha recuperato il depauperamento dovuto allo sfruttamento degli anni passati, e l’estinzione rimane un rischio tangibile. Lungo le coste orientali del Nordamerica ne restano circa 350 esemplari. Una delle cause di questa situazione è rappresentata proprio dalle minaccia costituita dalle trappole di pesca agli astici: secondo la documentazione fotografica, circa il 75 per cento degli esemplari ne portano i segni. Nel loro lavoro i ricercatori hanno confrontato due approcci opposti nelle strategie di pesca: quello del lato canadese e quello del lato statunitense del Golfo. Il primo si svolge nella stagione invernale, mentre il secondo si svolge tutto l’anno, e comporta la messa in opera di una quantità di trappole 8-9 volte superiore, in un dato momento. Nonostante questo sfruttamento intensivo, la resa è solo del 30 per cento superiore rispetto al lato canadese. Si stima inoltre che ogni astice catturato in Canada abbia un impatto negativo pari a circa l’1 per cento di quello relativo a un astice pescato negli Stati Uniti. Gli autori dell’articolo propongono quindi una pesca estesa su soli 6 mesi, e una riduzione delle trappole di un fattore 10. È questa la migliore strategia di pesca, in grado di ridurre i costi e aumentare il ritorno economico, oltre, ovviamente, a garantire la conservazione della popolazione delle balene.
Fonte: Le Scienze
News controllata da: Franco IANNELLO
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