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sabato 20 gennaio 2007

Il crollo degli Squali


Le stime sono allarmanti: nel breve arco di tempo degli ultimi 15 anni, le popolazioni di squalo hanno avuto un calo di oltre l'80%. La denuncia arriva da una conferenza congiunta di WWF e Shark Alliance. Sotto accusa la pesca intensiva e ilegale per rifornire i mercati orientali, nel quale è fortissima la richiesta della zuppa di pinne di pescecane. Negli ultimi anni la domanda di questo piatto destinato ai ricchi è cresciuto anche in USA ed Europa. Ormai un terzo delle specie di squali sono inserite nelle Liste Rosse della IUCN (International Union for Conservation of Nature).
Nel 2004 in Italia le catture rilevate sono state di 1.061 tonnellate, è quindi il paese europeo con maggiore attività di pesca di squali e razze in Mediterraneo, seguito da Turchia (1.018 t.onnellate), Grecia (911.) e Spagna (837).Un brusco calo rispetto al 1997, quando il pescato complessivo di Elasmobranchi (squali e razze) raggiunse le 5.950 tonnellate. Tra il 1950 e il 1982 le catture rilevate di elasmobranchi si aggiravano su una media di 4000 tonnellate l’anno, mentre il 1994 ha registrato un record di 16.500. Nei dieci anni successivi le catture sono diminuite considerevolmente, scendendo a 5.000 tonnellate nel 1996 e a poco più di 1.000 nel 2004. Tutto ciò nonostante lo sforzo di pesca sia rimasto inalterato.
“Per molte specie di squali la pesca è effettuata con metodi distruttivi che hanno determinato il crollo della popolazione, a cominciare dallo squalo bianco. Non si possono certo definire sporadiche le catture accidentali effettuate con spadare e reti a strascico illegali. Speso gli squali sono una cattura accessoria dell’attività di pesca stagionale con i palangari derivanti d’altura del pescespada (aprile-maggio) e del tonno alalunga (settembre-novembre), soprattutto nel Golfo di Taranto e nell’Adriatico meridionale” sottolinea dichiara Domitilla Senni, rappresentante in Italia di Shark Alliance. “Ma il metodo più sconvolgente è sicuramente lo spinnamento (“finning”) cioè la pratica di prelevare le pinne dal corpo di uno squalo per il redditizio mercato mondiale delle pinne di squalo utilizzate nella preparazione della “zuppa di pinna di pescecane”, gettando in mare l'animale morente, condannandolo ad una lunga agonia".
Sono 84 le specie di squali e razze segnalate attualmente nel bacino Mediterraneo. L’ IUCN ha dichiarato che sul 30% di esse non esistono dati sufficienti e che circa il 70% necessita di un monitoraggio più approfondito. Secondo analisi precedenti, nel Golfo del Leone e nel Mar Adriatico la diversità delle specie di squalo si è quasi dimezzata nel giro di 50 anni a causa della pressione di pesca. Su questo aspetto, dichiarano WWF e Shark Alliance, è importante che il Governo renda pubblici tutti i dati disponibili sulle campagne di pesca e sulle ricerche finanziate dai Ministeri competenti.
E' il commercio delle carni che sta portando le specie verso l'estinzione. Ecco perché la Germania si è fatta promotrice di due proposte di inclusione nella CITES (la convenzione internazionale che regola il commercio di qnimali e piante minacciate) di due specie di squali come lo Spinerolo e lo Smeriglio. “L’Italia dovrà sostenere questa posizione nella prossima conferenza della CITES” - ha detto Massimiliano Rocco, Responsabile Programma Traffic e Specie del WWF Italia -“Nei prossimi mesi chiediamo al Governo italiano di realizzare una seria politica di gestione delle risorse marine, per gli squali, il tonno rosso e per le altre specie oggi eccessivamente sfruttate. Ci aspettiamo, quindi, un impegno per promuovere a livello europeo un Piano di Gestione per la pesca degli squali, il rafforzamento del regolamento UE sul finnig e interventi efficaci da parte dei Dicasteri Agricoltura ed Ambiente”.
Alla conferenza ha partecipato anche la Presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, che ha sottolineato come tra il 2005 e il 2006 la Guardia Costiera abbia sequestrato oltre 1.400 km. di reti pelagiche derivanti (spadare) bandite in Mediterraneo per l'alto tasso di mortalità nei confronti di specie non commercieli e protette come cetacei e tartarughe marine, ma mortali anche per gli squali. Gli squali sono minacciati infatti anche dal cosiddetto bycatch, la cattura accidentale nelle reti o nei palangari, le lunghissime lenze con centinaia di ami per la pesca del tonno o pesca spada.

Fonte: WWF Italia

News controllata da: Franco IANNELLO


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