venerdì 7 aprile 2006
La sabbia che feconda l'oceano
Nel quadro del progetto Surface Ocean Lower Atmosphere Study (SOLAS), sviluppato dal Natural Environment Research Council (NERC) britannico, un gruppo di ricercatori dell’Universtità dell’East Anglia e di Reading ha studiato la sabbia del deserto - che è ricca di sostanze azotate, fostati e ferro – e il loro effetto sull’ecosistema dell’oceano, e in particolare sulla produzione del plancton che è alla base della catena alimentare. Prelevando campioni da bordo di una nave e da un aereo, con voli a diverse quote, hanno studiato la composizione e le proprietà di dispersione e di deposizione delle sabbie che dall’Africa occidentale si spostano sull’Atlantico. Il quantitativo totale di polveri sarebbe pari a circa 500 milioni di tonnellate; esse in parte assorbono e in parte riflettono la radiazione solare, e complessivamente sembra che tendano a riscaldare l’atmosfera, ma a raffreddare la superficie dell’oceano. Data la grande variabilità della composizione, che comprende sabbia vera e propria ma anche grandi quantitativi di cenere derivata da incendi di praterie e foreste di vario tipo, non è possibile includere questi dati nei modelli meteorologici e climatologici, anche se appare indubbio che l'effetto di queste polveri sia significativo. I ricercatori hanno invece appurato l’importanza del loro apporto per la vita degli organismi marini, prevedendo con successo, grazie a un modello di simulazione messo a punto per lo studio, massicce fioriture di plancton.
Fonte: Le Scienze
News controllata da: Franco IANNELLO
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