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sabato 18 marzo 2006
Microalghe che crescono al buio
Modificando un solo gene è possibile affrancare le microalghe della specie Phaeodactylum tricornutumdalla necessità di fotosintesi, rendendo possibile la loro crescita in assenza di luce. Questo il risultato di una ricerca nata dalla collaborazione tra Martek Biosciences Corporation, il Carnegie Institute di Washington e la National Science Fondation (NSF) statunitense. L'importanza commerciale della coltivazione delle microalghe è notevole: da esse si ricavano pigmenti fluorescenti (usati in diagnostica medica), integratori dietetici come il beta-carotene e l’acido grasso DHA (essenziale per lo sviluppo sistema nervoso nei bambini) e mangime per l’acquacoltura. La coltivazione convenzionale di queste piante acquatiche unicellulari presenta numerosi inconvenienti. Poiché la loro crescita dipende dalla luce solare sono necessarie grandi bacini all’aperto, esposti agli agenti contaminanti e soggetti a variazioni giornaliere e stagionali della quantità di luce e di temperatura. Tali fattori uniti alla difficoltà intrinseca di fornire una adeguata esposizione alla luce anche alle alghe che si trovano più a fondo, riduce drasticamente la possibilità di controllo qualitativo e quantitativo delle colture. Ora, secondo quanto si legge sulla rivista "Science" i problemi dei produttori potrebbero essere risolti, semplicemente introducendo nel genoma di P. tricornutumun gene che codifica per una proteina implicata nel trasporto del glucosio. Ciò consente agli organismi di fare a meno della fotosintesi e di utilizzare tale zucchero come fonte principale di nutrimento. A differenza di quella normale, l’alga ingegnerizzata è così in grado di crescere in fermentatori senza luce, permettendo al contempo una migliore protezione dalle contaminazioni microbiche.
Fonte: Le Scienze
News controllata da: Aida MANCUSO
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