sabato 18 marzo 2006
Il ciclo marino dei metalli pesanti
Un gruppo di biologi del Darthmouth College di Hanover, nel New Hampshire, Stati Uniti, ha compiuto un passo importante verso la comprensione di come i metalli pesanti, in particolare il mercurio, si muovono attraverso la catena alimentare acquatica. I risultati, che verranno pubblicati il 2 aprile sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”, suggeriscono l’esistenza di un legame fra la quantità di alghe nell'acqua e quella di mercurio che finisce nella catena alimentare. La scoperta potrebbe spiegare come mai i livelli di mercurio nei pesci sembrano non essere direttamente collegati a quelli presenti nell'acqua. In un esperimento controllato, i ricercatori hanno seguito il ciclo del mercurio, dalla dispersione nell'acqua, all’assorbimento da parte delle alghe fino al consumo da parte di piccoli animali chiamati dafnie, che si nutrono di alghe. Le dafnie fanno parte dello zooplancton e rappresentano un'importante fonte di cibo per molte specie di pesci. Mentre il mercurio non è pericoloso per le dafnie o per i pesci, almeno nelle concentrazioni normalmente presenti in natura, il suo accumulo nei tessuti rappresenta un grande problema per gli esseri umani e altri animali che si nutrono di pesci. Lo studio ha scoperto che in presenza di una grande quantità di alghe, la concentrazione di mercurio in esse risulta essere minore e le dafnie non sono esposte ad alti livelli del metallo. Viceversa, in ecosistemi con meno alghe le dafnie assumono più mercurio. "Ora - ha spiegato Paul Pickhardt, principale autore dello studio – siamo in grado di capire più a fondo la connessione fra il mercurio nell'acqua e quello nei pesci. Sospettavamo che il legame fosse in un alga, ma pochi laboratori avevano la tecnologia per compiere simili misure. Con le nostre tecniche abbiamo raggiunto una sensibilità al mercurio 50 superiore a quella di qualsiasi altro metodo."
Fonte: Le Scienze
News controllata da: Aida MANCUSO
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