sabato 18 marzo 2006
Delfini di fiume in pericolo
Dal Wwf del Pakistan arriva un allarme: i delfini di fiume dell’Asia meridionale sono in grave rischio di estinzione. Si tratta di animali ciechi e solitari, in contrasto con l’immagine di socievolezza dei delfini. Il loro movimento ha una caratteristica unica, nuotano girati su un fianco, anche se possono farlo pure nel modo tradizionale. Evoluti dai delfini marini, questi Platanistidi si sono adattati alle acque dolci, ora inquinate da pesticidi, fertilizzanti, rifiuti organici e industriali e altro ancora. Ne sono stati trovati, sempre in numero ridotto, nei fiumi dell’India, del Pakistan e del Bangladesh. La loro cecità è un adattamento alle condizioni ambientali; nei torbidi fiumi dove vivono la visibilità è ridotta a tre, quattro centimetri e così i loro occhi si sono ridotti a dimensioni minime, sembrano capocchie di spillo, capaci di captare appena la luce. Nel delta dell’Indo, in Pakistan, nuota il delfino chiamato localmente «bhulan», la cui popolazione è stimata in 250-500 individui, e in quello del Gange, sia in Bangladesh sia in India, il «suso», di cui si contano circa 5000 esemplari. Entrambi sono classificati come in pericolo di estinzione dall’IUCN (International Union for the Conservation of Nature). Oltre che dall’inquinamento delle acque, i rari delfini sono minacciati dalla caccia (ne viene usato il grasso per curare i dolori muscolari e delle ossa), dalla cattura, dal prosciugamento dei fiumi per l’irrigazione. Tutto ciò è provocato dalla veloce e incontrollata industrializzazione del Sud asiatico. Per salvare questi animali, commenta il Wwf pakistano, bisogna sensibilizzare le popolazioni locali, sia pescatori che agricoltori, attualmente poco scolarizzate e non consapevoli dell’importanza di conservare le specie selvatiche. Soltanto loro possono diventare davvero i difensori dei delfini di fiume. Nel mondo esistono altre due specie di delfini d’acqua dolce, il «baiji» dello Yangtze e il «boto» amazzonico. Il cetaceo cinese è in grave crisi a causa dell’industrializzazione e della pesca e «presto sarà estinto», dice Gill Braulik, biologo marino che lavora con il Wwf del Pakistan. Se la passa meglio il delfino dell’Orinoco e del Rio delle Amazzoni, che, per ora, non è a rischio di estinzione. E non è nemmeno cieco.
Fonte: Le Scienze
News controllata da: Aida MANCUSO
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