sabato 11 marzo 2006
Anguille a rischio per colpa delle diossine
Le anguille sarebbero sul punto di estinguersi: le ceche – le giovani anguille prima del raggiungimento della maturità sessuale – che dai mari si spostano verso i fiumi sono diminuite drasticamente negli ultimi decenni, tanto da essere oggi solo l’1 per cento di quelle che facevano lo stesso percorso negli anni cinquanta. Al declino concorrono vari fattori, ivi compreso un pesante tributo a un sovrasfruttamento delle risorse ittiche, ma secondo uno studio svolto da ricercatori dell’Università di Leida, diretta da Guido van den Thillart, la causa che più ha influito è stata la concentrazione nei mari di diossine e sostanze affini come il PCB. In base alle loro ricerche, lo sviluppo embrionale delle anguille è infatti già fortemente disturbato da concentrazioni dieci volte inferiori a quelle considerate accettabili per il consumo da parte di un essere umano. Le sostanze, che si accumulano nel grasso corporeo, interferiscono con la regolazione ormonale e con i meccanismi di trascrizione dei geni, provocando un elevato tasso di mortalità fra gli embrioni e frequenti problemi di sterilità fra gli esemplari che sopravvivono. Per il loro studio, i ricercatori hanno prelevato esemplari di anguille in varie parti del globo: dal lago olandese di Grevelingen, al fiume Loira, dal Nilo al Mar dei Sargassi. In Europa le concentrazioni di diossina più basse sono state riscontrate lungo le coste occidentali dell’Irlanda e lungo quelle della Sardegna.
Fonte: Le Scienze
News controllata da: Aida MANCUSO
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