martedì 18 maggio 2004
Giappone – La flotta giapponese salpa per una nuova “baleneria scientifica”
La caccia estiva alle balene da parte della flotta giapponese è ricominciata, con il proposito di uccidere 260 balene per “motivi scientifici”. In particolare, saranno uccise 150 balenottere minori, 50 balenottere di Bryde, 50 balenottere boreali e 10 capodogli. Sono già state uccise 440 balenottere minori in una recente caccia nel Southern Ocean Sanctuary, in Antartide, nonostante il divieto della IWC (International Whaling Commission). “E’ essenzialmente una caccia per motivi commerciali”, afferma Sue Fisher, del Whale and Dolphin Conservation Society. “Inoltre il Giappone uccide 20.000 delfini ogni anno, animali non compresi nella moratoria internazionale”
Hiroshi Hatanaka, il direttore del Japan Institute of Cetacean Research, sostiene che alcune ricerche, come lo studio dell’alimentazione e dell’età delle balene, non possono essere svolti medianti metodi non letali, e che sono necessari centinaia di esemplari per poter ottenere dati statisticamente importanti.
Molte popolazioni di cetacei sono seriamente danneggiate dalla caccia. Ad esempio, soltanto 900 balenottere minori sono sopravvissute nel cosiddetto “J Stock” del Nord Pacifico, esemplari geneticamente distinti da altre popolazioni della stessa specie.
Anche ricercatori accademici non sono convinti dai propositi scientifici giapponesi: Hal Whitehead, uno dei più affermati esperti della materia, afferma: “La 'baleneria scientifica’ è come una prostituzione per il nostro lavoro: usare il nome della scienza per uno scopo totalmente fasullo”
Fonte: The New Scientist
News controllata da: Francesco RICCIARDI
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