sabato 18 marzo 2006
Sequestrare i gas serra in fondo al mare
Perché si verifichi occorrono condizioni particolari, ma esiste un processo fisico naturale nel quale il biossido di carbonio si combina con l’acqua di mare a formare un composto simile al ghiaccio, in cui le molecole di acqua formano cavità che intrappolano le molecole di biossido di carbonio. Si tratta com’è noto dei gas idrati, che si trovano in fondo agli oceani. Ora i ricercatori dell’Engineering and Physical Sciences Research Council (EPSRC) che ha sede nel Regno Unito, stanno studiando la possibilità di sfruttare tale processo per sequestrare l’anidride carbonica prodotta dalle centrali elettriche alimentate a combustibili fossili. I siti prescelti sarebbero infatti i giacimenti ormai esauriti di gas o petrolio che si trovano al di sotto dei fondali del Mare del Nord. Infatti, nell’improbabile caso in cui il biossido di carbonio fuoriesca dai serbatoi, il contatto con l’acqua marina all’interno dei sedimenti porosi darebbe luogo a biossido di carbonio idrato. Ciò creerebbe una sorta di secondo sigillo, in grado di prevenire grandi perdite. “La nostra intenzione – ha spiegato Bahman Tohidi, coordinatore del progetto – è quella di identificare il tipo di fondo in cui i sedimenti, la temperatura e la pressione portano con buona probabilità alla formazione di idrati di biossido di carbonio. Questi dati potranno poi essere utilizzati per identificare i luoghi di stoccaggio più sicuri. In futuro, inoltre, la formazione degli idrati potrà anche essere promossa artificialmente.”
Fonte: Le Scienze
News controllata da: Aida MANCUSO
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