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  Se@News

venerdì 2 giugno 2006

Tecnologia fotonica nel «topo di mare»


Un semplice verme di mare con una propensione per l’ingegneria ottica potrebbe aprire la strada a nuove tecnologie della telecomunicazione, secondo i ricercatori dell'Università di Sidney.
Dell’animale – noto con il nome scientifico di Aphrodita aculeata o con quello generico di topo di mare – non si sa molto, se non che è un predatore che si muove lentamente sul fondo del mare, sia in acque poco profonde sia negli abissi oceanici, dove è stato trovato fino a duemila metri di profondità. Una particolarità tuttavia la rende particolarmente interessante per coloro che si occopano di fotonica, la branca dell’ottica che riguarda il controllo e l’utilizzo dei fotoni, i quanti di luce: appare di colore diverso a seconda della direzione di incidenza della luce naturale sul corpo. Tale capacità tecnica potrebbe essere infatti essere copiata per sviluppare sofisticati sistemi fotonici.
Il dorso di A. aculeata appare normalmente di colore rosso scuro. Quando invece la luce cade in direzione perpendicolare rispetto all’asse del dorso, appaiono differenti tonalità che vanno dal blu al verde.
La semplice struttura responsabile di questo effetto – ha commentato Ross McPhedran, dell’Università di Sydney – è un notevole esempio di ingegneria fotonica da parte di un organismo vivente. Carpirne i segreti potrebbe aiutare a sviluppare nuovi dispositivi.»
L’esame al microscopio elettronico della spina dell’animale ha rivelato una microstruttura a cilindri a base esagonale assemblati a strati in modo da formare una struttura di tipo cristallino. L’esatta disposizione dei cilindri è tale da rendere massima la riflessione intorno a una banda di lunghezze d’onda molto ristretta, e fornisce l’effetto visivo della colore rosso.
I ricercatori hanno ora intenzione di costruire fibre a cristalli fotonici di morfologia simile, oppure filtri ottici molecolari che si autoassemblano.

Fonte: Le Scienze

News controllata da: Aida MANCUSO


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