martedì 1 agosto 2006
Come cambia il clima ai tropici
Tirando le fila di un lavoro durato molti anni, i ricercatori della Ohio State University sono riusciti a tracciare la prima mappa dei cambiamenti climatici avvenuti durante gli ultimi 5000 anni nelle regioni tropicali. In base ai risultati della ricerca – che appare sul numero odierno dei Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) – risulta che 5000 anni fa era iniziato un periodo di progressivo “raffreddamento” che si è interrotto in tempi recenti, per virare decisamente verso un accentuato riscaldamento. Se continuerà la tendenza attuale, le conseguenze potrebbero essere drammatiche: “Circa il 70 per cento della popolazione mondiale – ha osservato Lonnie Thompson, uno degli estensori dell’articolo – vive nelle aree tropicali. Se il clima cambiasse, l’impatto sarebbe verosimilmente enorme.” Per portare a termine la ricerca, Thompson ha diretto quasi 50 spedizioni per eseguire carotaggi nei ghiacciai presenti nelle regioni tropicali, da quelli dell’Huascaran e del Quelccaya in Perù fino a quelli cinesi di Guliya, Puruogangri e Dasuopu. Grazie ai carotaggi e alla misurazione, nei diversi strati del ghiaccio, dei rapporti fra O-16 e O-18 – rapporti correlati alla temperatura ambientale – i ricercatori sono riusciti a tracciare una mappa annuale delle temperature per gli ultimi 400 anni e decennale per gli ultimi 2000. In queste registrazioni climatiche si notano anche i riflessi del periodo relativamente caldo che interessò le alte latitudini, e in particolare l’Europa, fra 1000 e 700 anni fa, e della successiva “piccola glaciazione”. Ma un altro elemento che, secondo Thompson, conferma in modo drammatico l’attuale fase di riscaldamento è la scoperta di piante da clima caldo-umido non fossilizzate in 28 siti ai margini del ghiacciaio di Quelccaya, che si sta ritirando. La datazione al radiocarbonio fa risalire questi vegetali a 6500-5000 anni fa. “Ciò significa – ha sottolineato Thompson – che il clima in quella regione non è mai stato così caldo da almeno 5000 anni, altrimenti le piante si sarebbero decomposte.”
Fonte: Le Scienze
News controllata da: Franco IANNELLO
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