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martedì 3 luglio 2007
Negli abissi la culla della virulenza batterica
Molti dei geni che consentono ad alcuni batteri patogeni di prosperare nell'apparato gastrointestinale umano e in particolare nello stomaco potrebbero derivare dai geni che consentono a particolari batteri estremofili di sopravvivere in prossimità delle sorgenti termali caldissime presenti sui fondali oceanici. È questa la conclusione a cui è giunto un gruppo internazionale di ricercatori coordinati da Satoshi Nakagawa della Japan Agency for Marine-Earth Science and Technology (JAMSTEC), che ne riferiscono in un articolo apparso sull'ultimo numero dei Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Nakagawa e colleghi hanno sequenziato il genoma di due proteobatteri non patogeni che vivono nelle profondità marine in prossimità delle cosiddette fumarole nere, Sulfurovum e Nitratiruptor, per confrontarlo con quello dei noti batteri patogeni Helicobacter (responsabile dello sviluppo delle ulcere gastro-duodenali) e Campylobacter (il primo fra gli agenti patogeni che causano diarree alimentari). I ricercatori hanno così scoperto che i genomi dei primi comprendono molti ben noti fattori di virulenza che caratterizzano i secondi, ossia quei geni che hanno un ruolo di primo piano per consentire ai batteri di sopravvivere e prosperare in condizioni ambientali estreme. I ricercatori hanno anche scoperto che i batteri dei fondali marini dispongono di un ridotto numero di geni preposti al funzionamento dei meccanismi di riparazione del DNA stesso, una carenza che finisce per permettere lo sviluppo molto frequente di mutazioni, capaci di rendere i batteri rapidamente adatti alle mutate condizioni ambientali o, una volta divenuti parassiti di un altro organismo, di far fronte alle risposte immunitarie dell'ospite. Secondo i ricercatori ciò farebbe supporre che alcuni patogeni umani si siano evoluti a partire da quei lontani progenitori delle profondità marine, adattandosi a una vita in simbiosi dapprima con gli invertebrati e successivamente con gli organismi superiori.
Fonte: Le Scienze
News controllata da: Franco IANNELLO
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