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mercoledì 15 ottobre 2008

Petizione degli ambientalisti per salvare gli squali


Sos squali! Nella settimana dedicata ai pescecani, le associazioni ambientaliste europee hanno deciso di lanciare l'allarme sullo stato di salute della specie, la cui sopravvivenza è minacciata dalla bramosia e dall'avidità dell'uomo. Dopo aver dominato i fondali marini di tutto il mondo per 400 milioni di anni, gli squali sono ora in grave pericolo, al punto che è stata organizzata una raccolta di firme per chiedere all'Unione Europea di bloccarne la caccia e di includerli tra le specie protette.
Fino a domenica 19 ottobre, in tutta Europa saranno organizzati convegni e seminari per denunciare la strage di squali compiuta dall'uomo, in particolare nelle acque del Mediterraneo. Palermo, Milano, Roma e Genova ospiteranno per la settimana dello squalo alcuni di questi appuntamenti.
“Gli squali godono di pessima fama - ha spiegato Eleonora de Sabata, presidente di Medsharks, un'associazione italiana che fa capo a Shark Alliance - cui la recente cinematografia certo non ha giovato. In realtà, i casi di esseri umani uccisi da questi animali sono dell'ordine dei 5 casi annui, contro i 100 milioni di squali uccisi dall'uomo. Di fatto, le specie pericolose sono solo tre: squalo bianco, squalo tigre e squalo leuca. Comunque, non rientriamo tra le loro prede, le aggressioni avvengono per lo più per errore”.
Per quale motivo gli squali sono diventati tra le prede preferite dell'uomo? “Nelle aree marine extra mediterranee – prosegue la De Sabata - gli squali vengono cacciati per le loro pinne, purtroppo assai ambite dalla cucina di molti Paesi asiatici. In questo caso, gli animali vengono catturati, si taglia la parte che interessa, e poi li si lascia liberi di andare incontro a morte certa”.
E che dire della caccia nel Mediterraneo, dove gli squali non sono certo considerati una specie ambita o pregiata? “In questo caso – afferma il presidente di Medsharks – assistiamo ad un altro fenomeno, se possibile di ancor più bassa lega. Squali e razze finiscono nelle reti a strascico per errore. In un'epoca in cui scarseggiano le specie pregiate, anche pesci dal valore commerciale basso diventano appetibili. Ma l'assurdo è proprio questo: nessuno si sognerebbe di pescarli di proposito, perché valgono ben poco”. Di qui l'idea di inscatolare nei supermercati tranci di squalo con i nomi delle singole specie, perché ben poche persone sarebbero disposte a comprare carne di squalo.
L'obiettivo della petizione “è fare approvare la legge entro l'inizio del prossimo anno, alla riunione dei ministri dell'Agricoltura dei Paesi Ue - conclude Eleonora de Sabata - Abbiamo già 20mila firme, e una petizione pronta, anche se sappiamo che alcuni Paesi, come la Spagna e il Portogallo, premeranno per il mantenimento delle 'non regole' attuali”.

Fonte: AqaaNews

News controllata da: Mauro ROMANO


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