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venerdì 12 dicembre 2008

Seminare il mare profondo


Uno studio finanziato dall'UE, condotto da alcuni ricercatori nel Regno Unito ha gettato luce sull'evoluzione di creature molto piccole che vivono nelle profondità sottoposte ad alta pressione degli oceani del mondo. I ricercatori hanno studiato la tolleranza alla temperatura e alla pressione di mitili (Mytilus edulis) embrionali per comprendere meglio la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti delle condizioni ambientali.
Uno studio finanziato dall'UE, condotto da alcuni ricercatori nel Regno Unito ha gettato luce sull'evoluzione di creature molto piccole che vivono nelle profondità sottoposte ad alta pressione degli oceani del mondo. I ricercatori hanno studiato la tolleranza alla temperatura e alla pressione di mitili (Mytilus edulis) embrionali per comprendere meglio la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti delle condizioni ambientali.

La ricerca è stata finanziata nell'ambito del Sesto programma quadro (6°PQ) dell'UE come parte dei progetti MOMARNET ("Monitoraggio degli ambienti idrotermali dei fondali profondi sulla Dorsale Medio Atlantica") e MARBEF (Biodiversità marina e funzionamento dell'ecosistema). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the Royal Society B.

La pressione, una proprietà fisica che riguarda le interazioni molecolari e di conseguenza tutti i processi biologici sulla Terra, ha un rapporto costante con la profondità. Gli autori dello studio spiegano che "la sensibilità alla pressione di enzimi, proteine strutturali e sistemi a base di membrane differisce marcatamente tra specie di acque basse e specie di mare profondo".

Secondo lo studio, "Gli habitat delle specie marine sono spesso definiti in relazione a limiti superiori e inferiori di profondità, e tali limiti sono in definitiva legati alla tolleranza alla pressione degli organismi". I primissimi stadi della vita degli invertebrati che vivono nei punti più profondi dell'oceano forniscono a questi minuscoli animali la possibilità di colonizzare nuovi habitat poiché la loro tolleranza alla profondità è diversa in ogni stadio dello sviluppo.

Fonte: Moleculab

News controllata da: Ernesta LA FACE


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