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martedì 12 maggio 2009

Il trascrittoma del corallo


Grazie a una nuova tecnica di messa a punto del cDNA e a recenti metodi di sequenziamento, un gruppo di ricercatori dell'Università del Texas ad Austin e dell'Università dell'Indiana è riuscito a definire e analizzare il trascrittoma del corallo (Acropora millepora), una delle più importanti specie che concorrono alla formazione delle barriere coralline.
"Una delle più importanti questioni che devono affrontare i biologi dei coralli è se questi siano in grado di adattarsi al riscaldamento degli oceani", ha spiegato Eli Meyer, che con Mikhail Matz e John Colbourne ha condotto la ricerca, ora pubblicata sulla rivista "BMC Genomics". "Per rispondere a questa domanda è necessaria una dettagliata conoscenza dei geni che i coralli utilizzano per rispondere allo stress."
Lo studio ha identificato circa 11.000 geni, oltre 30.000 marcatori di variazione genetica e numerosi geni che appaiono buoni canditati a essere quelli che mediano in via principale la risposta stressoria del corallo ai cambiamenti ambientali. Grazie ai dati così ottenuti, i ricercatori hanno già iniziato a studiare sperimentalmente la capacità di A. millepora di rispondere allo stress, quella di riprodursi in periodi di tempo perfettamente sincronizzati, oltre che ad analizzare le relazioni filogenetiche fra le diverse specie diffuse nel Pacifico.
L'analisi del trascrittoma costituisce una valida, e molto più economica alternativa al sequenziamento dell'intero genoma di un organismo quando l'interesse si appunta sui geni che codificano proteine espresse e sui marcatori genetici. I ricercatori osservano che lo stesso metodo può essere utilizzato per lo studio dei geni di qualsiasi organismo che attualmente non sia già di uso comune nell'ambito della ricerca genomica: "nell'arco di un mese si può avere un catalogo quasi completo dei geni di qualsiasi organismo," ha affermato Matz.

Fonte: Le Scienze

News controllata da: Franco IANNELLO


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