![]() |
![]() |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Biologia Marina | |
![]() |
![]() ![]() |
![]() ![]() |
Autore | Messaggio | |
marenostrvm
Full Member ![]() ![]() Iscritto dal : 24 Settembre 2002 Da: Italy Status: Offline Posts: 219 |
![]() Postato: 31 Gennaio 2004 alle 00:40 |
|
Ciao a tutti, mi interesserebbe la riproduzione delle Caulerpe del mediterraneo. In acquario ho avuto una strana evoluzione della prolifera. Dapprima si è coperta di piccoli punti bianchi che in sezione paiono come dei funghetti, poi le foglie dell'alga con queste "escrescenze" si sono sbiancate e poi sfaldate completamente prima di morire. Che tipo di fenomeno è.
|
||
Michele Abbondanza - Brescia
http://www.aiamitalia.it |
||
![]() |
||
ilariasd
Moderatore ![]() ![]() Iscritto dal : 12 Novembre 2003 Da: Italy Status: Offline Posts: 173 |
![]() |
|
Ciao! Io ho fatto la tesi sulla caulerpa racemosa. Questa specie di caulerpa in mediterraneo si riproduce qusi esclusivamente tramite riproduzione vegetativa, mentre nei mari tropicali è stata osservata anche la riproduzione sessuata. La riproduzione vegetativa avviene a partire da qualsiasi parte dell'alga quindi sia dalle fronde che dallo stolone. Per Caulerpa racemosa è stato osservato che la riproduzione avviene anche a partire dai propaguli che sono i "chicchi" che vanno a formare la fronda. I propaguli si staccano dalla fronda, aderiscono al substrato e dopo un processo di necrosi si ha la formazione dello stolone e da qui lo sviluppo di tutta la struttura. Il fenomeno che tu hai osservato in acquario con c. prolifera io l'ho osservato in mare con c. racemosa quando questa entrava nel periodo di quiescenza: le fronde e gli stoloni vanno incontro a depigmentazione e poi si sono sfaldati. Gli stoloni ridotti ad un filamento molto sottile rimangono ben ancorati sul substrato. Spero di averti dato qualche informazione utile! Ciao! Ilaria |
||
![]() |
||
Scercola
Moderatore ![]() ![]() Iscritto dal : 12 Aprile 2002 Status: Offline Posts: 957 |
![]() |
|
Confermo la tesi di Ilaria, la tua caulerpa d'acquario è molto probabilmente entrata nel periodo di quiescenza, che in mare corrisponde al periodo invernale! La riproduzione che ha ottimamente inlustrato Ilaria per la racemosa vale anche per la prolifera!!! Ciao |
||
Fabio Russo
https://www.facebook.com/Scubabiology.it |
||
![]() |
||
Franco Iannello
Admin Group ![]() ![]() Collaboratore di MondoMarino.net Iscritto dal : 19 Aprile 2002 Status: Offline Posts: 1291 |
![]() |
|
A questo punto, Fabio e Ilaria, da profano la domanda sorge spontanea: ma questa caulerpa è realmente pericolosa per la nostra fauna???? Se si l'uomo come può intervenire senza arrecare ulteriore danno???? Ciao e Grazie
|
||
![]() |
||
Scercola
Moderatore ![]() ![]() Iscritto dal : 12 Aprile 2002 Status: Offline Posts: 957 |
![]() |
|
Pericolosa sicuramente per la Posidonia oceanica, infatti la caulerpa riproducendosi più velocemente e adattandosi di più sottrae habitat alla pianta marina e con essa scompaiono tutte le associazione tipiche della posidonia (esempio il briozoo Electra posidoniae). Mi sa che una sub strappando le foglie della caulerpa (attenzione ne esiste anche una specie mediterranea C. prolifera) non fa altro che aiutare la sua espansione visto che anche una piccola parte della pianta che cade sul fondo è capace, mediante la riproduzione assesuata che può avvenire anche mediante piccoli frammenti! Soluzioni pratiche per il momento penso non ce ne siano http://www.mondomarino.net/articoli/index.asp?p=11&view=dett&idu= Ciao
|
||
Fabio Russo
https://www.facebook.com/Scubabiology.it |
||
![]() |
||
ilariasd
Moderatore ![]() ![]() Iscritto dal : 12 Novembre 2003 Da: Italy Status: Offline Posts: 173 |
![]() |
|
Ciao! C. racemosa non è pericolosa solamente per Posidonia oceanica ma anche per tutte le forme bentoniche vegetali: innanzitutto non ha predatori, addirittura i ricci si che sono erbivori si sono allontanati dove era presente quest'alga che emette delle tossine, quindi non ci sono organismi endemici del Mediterraneo che se ne nutrono e poi ha un tasso di crescita rapidissimo, nella zona che ho studiato il tasso di crescita delle chiazze è stato del 120 % durante i mesi estivi mentre il tasso di crescita annuale è stato di circa il 300%. Questi dati sono confermati anche da misure fatte in altre parti d'Italia e questo indica che questa specie di Caulerpa è molto più invasiva della "cugina" Caulerpa taxifolia. L'altro problema di C. racemosa è che a causa della sua espansione è stata osservata una notevole diminuzione della biodiversità della popolazione macroalgale, questa diminuzione potrebbe portare ad una riduzione della biodiversità in generale...previsione molto pessimistica ma purtroppo realistica. Per il momento l'unica cosa che si può fare è continuare a studiare quest'alga e a monitorare le aree da essa colonizzate. Con Caulerpa taxifolia era stata tentata la strada della sradicazione ma non ha avuto i risultati sperati e può essere applicata solo su superfici molto limitate. La soluzione migliore sarebbe quella di trovare un organismo che si ciba di Caulerpe ma il problema è che si tratterebbe di un organismo tropicale e non si sa quali effette potrebbe comportarel'introduzione di un organismo non endemico..un'ulteriore invasione da parte di una specie alloctona?! Ciao!! |
||
![]() |
||
Franco Iannello
Admin Group ![]() ![]() Collaboratore di MondoMarino.net Iscritto dal : 19 Aprile 2002 Status: Offline Posts: 1291 |
![]() |
|
Grazie a Fabio ed Ilaria. Le vostre spiegazioni sono state molto interessanti. Quindi a questo punto l'unica speranza e che si trovi un organismo che naturalmente possa "limitare" la ploriferazione della caulerpa racemosa senza arrecare alcun danno al rimanente sistema. Ovviamente, come descrive giustamente Ilaria, è una operazione rischiosa perchè non sapremmo come si comporterebbe; forse monitorando una spazio relativamente delimitato si risolverebbe il problema?????? Ciao |
||
![]() |
||
ilariasd
Moderatore ![]() ![]() Iscritto dal : 12 Novembre 2003 Da: Italy Status: Offline Posts: 173 |
![]() |
|
Forse la cosa più giusta da fare sarebbe quella di fare studi preliminari in acquario per studiare l'interazione tra caulerpa e qualche altro organismo. Durante le mie osservazioni in mare per la tesi ho notato che caulerpa non cresce sulle chiazze di alcune spugne incrostanti, ho consultato la bibliografia e ho letto che queste spugne emettono sostanze che allontanano i predatori e forse (ma quest'ultima è solo un'ipotesi che ho tirato fuori dal lavoro della mia tesi e che andrebbe accuratamente verificata) anche caulerpa racemosa. Il problema di introdurre un organismo in mare è che non è detto che questo rimanga nell'area di studio ma che si sposti..molti organismi marini si riproducono tramite larve planctoniche che non sono gestibili. Lo stesso problema è stato evidenziato con i cossidetti batteri mangiapetrolio...sono la soluzione più intelligente per ripristinare un ambiente dalla contaminazione da petrolio perchè essi lo utilizzano come "carburante" ma anche in questo caso il problema è che se non sono batteri del posto si rischia che questi soppiantino i batteri autoctoni andando ad alterare il delicato equilibrio naturale...lo stesso concetto si applica anche nel caso di caulerpa racemosa e taxifolia. |
||
![]() |
||
marenostrvm
Full Member ![]() ![]() Iscritto dal : 24 Settembre 2002 Da: Italy Status: Offline Posts: 219 |
![]() |
|
Postato originariamente da ilariasd1
Ciao! Io ho fatto la tesi sulla caulerpa racemosa. Questa specie di caulerpa in mediterraneo si riproduce qusi esclusivamente tramite riproduzione vegetativa, mentre nei mari tropicali è stata osservata anche la riproduzione sessuata. La riproduzione vegetativa avviene a partire da qualsiasi parte dell'alga quindi sia dalle fronde che dallo stolone. Per Caulerpa racemosa è stato osservato che la riproduzione avviene anche a partire dai propaguli che sono i "chicchi" che vanno a formare la fronda. I propaguli si staccano dalla fronda, aderiscono al substrato e dopo un processo di necrosi si ha la formazione dello stolone e da qui lo sviluppo di tutta la struttura. Il fenomeno che tu hai osservato in acquario con c. prolifera io l'ho osservato in mare con c. racemosa quando questa entrava nel periodo di quiescenza: le fronde e gli stoloni vanno incontro a depigmentazione e poi si sono sfaldati. Gli stoloni ridotti ad un filamento molto sottile rimangono ben ancorati sul substrato. Spero di averti dato qualche informazione utile! Ciao! Ilaria Grazie Ilaria, sei stata molto gentile a rispondermi. Visto che hai fatto studi accurati, ho delle immagini di quello che è successo. |
||
Michele Abbondanza - Brescia
http://www.aiamitalia.it |
||
![]() |
||
marenostrvm
Full Member ![]() ![]() Iscritto dal : 24 Settembre 2002 Da: Italy Status: Offline Posts: 219 |
![]() |
|
Postato originariamente da ilariasd1
Forse la cosa più giusta da fare sarebbe quella di fare studi preliminari in acquario per studiare l'interazione tra caulerpa e qualche altro organismo. Durante le mie osservazioni in mare per la tesi ho notato che caulerpa non cresce sulle chiazze di alcune spugne incrostanti, ho consultato la bibliografia e ho letto che queste spugne emettono sostanze che allontanano i predatori e forse (ma quest'ultima è solo un'ipotesi che ho tirato fuori dal lavoro della mia tesi e che andrebbe accuratamente verificata) anche caulerpa racemosa. In acquario, con alcuni amici, abbiamo portuto constatare che la racemosa ed in qualche caso anche la taxifolia regrediscono se messe in competizione con la prolifera. Non sono però vasche da laboratorio, ma semplici vasche di appassionati.
Il problema di introdurre un organismo in mare è che non è detto che questo rimanga nell'area di studio ma che si sposti..molti organismi marini si riproducono tramite larve planctoniche che non sono gestibili. Sì, ho letto che c'è qualcosa che assomiglia ad un nudibranco o forse un gasteropode molto piccolo ch si ciba nei tropici di caulerpa e sarebbe esente dall'effetto tossine. Lo stesso problema è stato evidenziato con i cossidetti batteri mangiapetrolio...sono la soluzione più intelligente per ripristinare un ambiente dalla contaminazione da petrolio perchè essi lo utilizzano come "carburante" ma anche in questo caso il problema è che se non sono batteri del posto si rischia che questi soppiantino i batteri autoctoni andando ad alterare il delicato equilibrio naturale...lo stesso concetto si applica anche nel caso di caulerpa racemosa e taxifolia. Ma ancora non ho capito se Caulerpa taxifolia e racemosa sono davvero dannose o no! Le notizie sono molto contrastanti. Quali sono le news? |
||
Michele Abbondanza - Brescia
http://www.aiamitalia.it |
||
![]() |
||
ilariasd
Moderatore ![]() ![]() Iscritto dal : 12 Novembre 2003 Da: Italy Status: Offline Posts: 173 |
![]() |
|
|
||
![]() |
||
marenostrvm
Full Member ![]() ![]() Iscritto dal : 24 Settembre 2002 Da: Italy Status: Offline Posts: 219 |
![]() |
|
Grazie Ilaria, molto precisa nelle tue affermazioni! In effetti è l'organismo da te indicato quello di cui mi ricordavo d'aver letto. Sarebbe interessante vedere l'effetto in natura di racemosa o taxifolia con la prolifera! No?
|
||
Michele Abbondanza - Brescia
http://www.aiamitalia.it |
||
![]() |
||
![]() ![]() |
||
Vai al Forum |
Non puoi postare nuovi topic in questo forum Non puoi rispondere ai topic in questo forum Non puoi cancellare i tuoi post in questo forum Non puoi modificare i tuoi post in questo forum Non puoi creare sondaggi in questo forum Non puoi votare i sondaggi in questo forum |
Copyright © 1999 - 2011. Tutti i diritti riservati.
E' vietata la riproduzione in qualsiasi formato, e su qualsiasi supporto,
di ogni parte di questo sito senza l'autorizzazione scritta dell'autore.
Sito realizzato da Mauro ROMANO, fotografie dei rispettivi fotografi.
Service Provider AstraNet