| Molti comportamenti degli animali marini non avevano trovato una spiegazione 
  fino a quando non si scoprì, mediante sofisticati mezzi d’analisi 
  chimiche, la presenza in mare di alcune sostanze emesse da esseri viventi. L’uso 
  della chimica è molto diffuso tra gli organismi marini che usano svariate 
  sostanze per comunicare, nutrirsi, difendersi, riprodursi e addirittura per 
  trovare casa. @ I balani con la chimica trovano casa
 Per molti anni è rimasto un mistero come i balani, o denti di cane, facessero 
  a trovare la riva.
 I balani non sono per tutta la loro vita specie sessili (attaccate 
  ad una superficie), infatti, l’unione dei loro gameti dà origine 
  ad una larva planctonica che vive in mare aperto. Il mistero fu risolto quando 
  si scoprì una particolare sostanza chimica detta artropodina, questa sostanza 
  viene prodotta dai balani adulti e funge da richiamo per le larve che seguendola 
  trovano un luogo adatto per la loro metamorfosi e il loro insediamento. L’artropodina 
  è solo una delle tante sostanze chimiche prodotte da animali marini che 
  hanno svelato alcuni dei misteri del mondo marino.
 @ Altre specie si scambiano messaggi chimici d’amore
 Molte specie sessili come le spugne, le madrepore, i coralli e le ascidie si 
  riproducono sessualmente ma poiché vivono attaccati al fondo ognuno per 
  conto proprio è necessario emettere i gameti nello stesso tempo affinché 
  questi si incontrino in acqua con maggior facilità; cosi non appena vengono 
  emesse le uova i maschi stimolati da alcune sostanze chimiche presenti al loro 
  interno cominciano ad emettere i loro gameti.
 Altri animali bentonici vagili (capaci di muoversi) usano una tecnica 
  simile per sincronizzare l’emissione dei gameti è il caso dei ricci. 
  Il riccio “femmina” (i ricci possono essere in realtà anche 
  ermafroditi) quando è pronto per la riproduzione emette nell’acqua 
  un enzima detto fertilizzina che va a reagire con un altro enzima detto antifertilizzina 
  presente negli spermi del riccio “maschio” che li rende attivi. 
  Queste sincronie sono visibili quando a volte ci immergiamo sott’ acqua 
  e assistiamo a queste specie di riti nuziali vedendo nuvole bianche o rosate 
  fuoriuscire dai vari organismi marini. Anche le specie superiori come i pesci 
  sono stimolati nello stesso modo se vi è un’assenza di altri stimoli. 
  Il maschio di Bathygobius soporator, un pesce che vive nelle pozze di marea 
  della Florida, viene stimolato a corteggiare la femmina da una sostanza emessa 
  da questa quando le uova sono mature. Si pensa inoltre che anche il comportamento 
  sociale di alcuni pesci abissali venga stabilito attraverso precise comunicazioni 
  chimiche.
 @ Associazioni chimiche
 Anche molti fra i fenomeni di associazione e di simbiosi vengono oggi spiegati 
  dalla presenza di mediatori chimici. Su molte alghe ma soprattutto sulla Posidonia 
  oceanica si notano parecchi organismi che hanno una netta predilezione per un 
  vegetale anziché per un altro. Briozoi, come Electra posidoniae, e idrozoi, 
  come Monotheca posidoniae, vivono esclusivamente sulla posidonia probabilmente 
  attirati da qualche sostanza chimica da essa prodotta.
 Ma gli esempi di associazione dovute alla chimica si sprecano, 
  ad esempio l’associazione costante che si trova fra il paguro e l’anemone 
  Calliactis parasitica è dovuta a sostanze organiche presenti sulla conchiglia 
  che attirano specificatamente quella determinata attinia. Questa scoperta è 
  stata fatta grazie a un semplice esperimento in una vasca dove erano state immerse 
  delle conchiglie e delle anemoni della specie sopra citata, si è notato 
  che l’anemone si spostava da sola ponendosi sopra la conchiglia e distinguendola 
  da un semplice sasso. Un'altra ben nota associazione è quella fra il pesce 
  pagliaccio e l’attinia, nella quale il pesce grazie a una sostanza mucide 
  inibisce l’azione urticante dell’attinia.
 @ Si mangia e si scappa facendo l’analisi delle acque
 Nei casi visti e in molti altri casi questi messaggeri chimici sono molto utili 
  se non indispensabili alle specie che li usano, in altri casi invece è 
  essenziale per alcuni animali, poter semplicemente percepire sostanze chimiche 
  disciolte nell’acqua. Per esempio si è notato che alcuni molluschi 
  bivalvi noti come “conchiglie del pellegrino” fuggono velocemente 
  sbattendo le valve all’avvicinarsi dei loro nemici giurati, le stelle 
  di mare.
 
 
  Il fatto strano è che questi bivalvi non possedendo occhi non 
  possono in alcun modo vedere l’avvicinarsi della stella, anche in questo 
  caso è stata messa in evidenza dagli studiosi una sostanza chimica che 
  prodotta dalla stella ne avverte la presenza ai bivalvi. Anche altri molluschi 
  usano la chimica per darsela a gambe, infatti alcune lumache del genere Navanax 
  , come quelle terrestri, strisciano sul loro secreto mucoso procedendo in fila 
  l’una dietro l’altra, appena la capofila si accorge di qualche pericolo 
  produce il navanone (una sostanza gialla) che tinge la bava. La compagna che 
  la segue accoglie il messaggio e scappa deviando la sua rotta di 90°. I 
  molluschi sono comunque una classe di animali marini che ha ben sviluppato organi 
  di senso per la ricezione di stimoli chimici, i bivalvi filtratori posseggono 
  un organo addetto all’analisi dell’acqua chiamato osfradio. I bivalvi 
  grazie all’osfradio,che si trova all’interno del sifone aspirante,sono 
  pronti a percepire quando nell’acqua c’è qualcosa che non va 
  e a smettere di filtrare. L’uso di recettori chimici è molto utile 
  nella caccia e nell’alimentazione delle specie marine, non dobbiamo dimenticare 
  che comunque sia il gusto sia l’olfatto sono sensi dovuti a percezioni 
  chimiche ma che esistono anche altri tipi di percezioni chimiche, ad esempio 
  alcuni idrozoi quando catturano con i tentacoli urticanti una preda la portano 
  verso la bocca che si apre nella misura adatta per ingerirla, l’idrozoo 
  percepisce le dimensioni della preda grazie al glutadione, una sostanza emessa 
  dalle ferite procurate dai tentacoli urticanti, più glutadione emette più 
  grande è la preda più l’idroide è stimolata ad aprire la 
  bocca. 
    |  |  |   
    |  |   
    |  |   
    | Stella pettine maggiore (Astropecten aranciacus) Foto di Marco POZZALI
 
 |   
    |  |  @ Concludendo
 Come abbiamo visto sono innumerevoli gli esempi di come la chimica sia importante 
  per molti animali marini e dimostrano la varietà delle funzioni che possono 
  essere mediate tramite una rete di comunicazioni biochimiche; tanto da far supporre 
  che la comunicazione chimica sia il principale modo di comunicazione nella maggior 
  parte dei gruppi animali marini. Così fissazione e metamorfosi delle larve 
  di animali sessili, riproduzione, segnali di pericolo, rapporti preda predatore, 
  selezione del cibo, rapporti di simbiosi sono tutte funzioni mediate e controllate 
  da sostanze chimiche oggi ben conosciute!
 |