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giovedì 3 gennaio 2013

Veto di Cina e Russia sull'istituzione delle Aree marine protette in Antartide


Il quotidiano australiano National Affairs accusa esplicitamente la Cina di aver fatto fallire il tentativo di istituire le tre gigantesche aree marine protette in Antartide, per un totale di 4 milioni di Km2, proposte da Australia, Francia, Stati Uniti e Nuova Zelanda ed Unione europea. Il meeting della Ccaml ha preso in considerazione le proposte di istituire Aree marine protette in tutto il Mare di Ross, intorno all'Antartide orientale intorno e nelle zone della banchisa polare della Penisola Antartica.

E' soprattutto l'area del Mare di Ross ad essere sfruttata da attività di pesca in aumento, ma Usa e Nuova Zelanda erano riusciti ad accordarsi su proposte di riserve leggermente diverse l'accordo sembrava fatto. La Ccamlr aveva precedentemente istituito una vasta area protetta intorno alle isole Orcadi meridionali e di Campbell.

Il veto del governo di Pechino, sostenuto dalla solita Russia e da altri Paesi ha fatto praticamente saltare il tavolo negoziale della Commission for the conservation of antarctic marine living resources (Ccamlr) di Hobart che avrebbe dovuto dare il via libera alla protezione di ampie zone dell'Oceano Meridionale che circonda l'Antartide. I cinesi ed i russi non ne vogliono sentir parlare di limitazioni alla pesca industriale. Tra i 25 Paesi aderenti alla Ccamlr la maggioranza ha chiesto anche stanziamenti per far diventare le aree marine protette antartiche veri e propri santuari della ricerca scientifica sugli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi polari, ma Cina, Russia ed altri Paesi hanno rifiutato queste proposte e tutto è stato rinviato ad un "intercessional meeting" che dovrebbe tenersi nel luglio 2013 in Germania.

Steve Campbell, direttore delle campagne dell'Antarctic ocean alliance (Aoc), una coalizione di 30 grandi associazioni ambientaliste, ha detto a Nature di essere profondamente deluso per i risultati del meeting di Hobart: «La Ccamlr ha perso l'opportunità di creare queste grandi aree marine estremamente importanti. La credibilità della Ccamlr è a rischio».

Peccato, perché fino ad ora la Commissione aveva una buona reputazione tra i ricercatori per il suo approccio alla conservazione e alla gestione delle risorse dei mari dell''Antartide, ma il meeting conclusosi il primo novembre senza un accordo ha fallito il test cruciale di una vasta e reale protezione delle risorse dell'Oceano antartico. Eppure i consulenti scientifici della Ccamlr avevano approvato tutte le proposte che poi sono state demolite dai disaccordi sulla dimensione delle aree protette e su quanto dovevano restare in funzione le norme di protezione.

Alex Rogers, un biologo dell'università britannica di Oxford, ha detto a Nature di non essere per niente sorpreso che la Ccaml non abbia approvato le aree marine protette: «Le discussioni nella Ccamlr sono indicative di una più ampia dicotomia globale su come gli Stati affrontano le risorse oceaniche, con alcune nazioni che si basano su un approccio di conservazione e gestione ed altre più concentrate sulla possibilità di sfruttamento». Ma Rogers dice che aver indetto un meeting straordinario a luglio è un segnale positivo, ma avverte: «Il tempo per questi problemi sta davvero per finire. Se non otteniamo che si metta in atto subito una protezione, lo sfruttamento di questi sistemi aumenterà. Anche solo un ritardo è un problema piuttosto serio».

Campbell la pesa diversamente: «Il mondo quest'anno è stato a guardare alla Ccamlr, volevano rassicurare sul fatto che ci sarebbe stato un accordo sul una protezione significativa del mare antartico, ma tutto quello che hanno raggiunto è un accordo per incontrarsi tra 6 mesi. In questo meeting i membri della Ccamlr non sono riusciti ad istituire una grande protezione dell'ambiente marino antartico perché un certo numero di Paesi ha attivamente bloccato gli sforzi di salvaguardia. Usa, Unione Europea, Francia, Australia, Nuova Zelanda e altri hanno lavorato molto durante il meeting di due settimane per proporre una soluzione praticabile più avanti, ma tutti i Paesi membri devono ora assumersi la responsabilità di garantire che tale organismo internazionale offra il suo impegno per creare una rete di zone marine protette e di riserve no-take nell'Oceano meridionale, anche se in ritardo rispetto alla promessa di farlo nel 2012».

Jim Barnes, direttore esecutivo dell'Antarctic and Southern Ocean coalition (Asoc) ha detto di sentirsi «Triste e arrabbiato. Il mio meeting della Ccamlr è stato nel corso dei negoziati della Convenzione nel 1980 e da allora ho seguito la sua evoluzione. La Ccamlr si è vantata di essere in prima linea nella tutela dell'ambiente marino, ma quest'anno non è stata in grado di onorare impegni importanti. Qusta responsabilità e questo fallimento spettano a tutti i suoi membri».

Paul Gamblin del Wwf spiega che la sua associazione ha sostenuto per anni il lavoro scientifico per sostenere la creazione di Amp nell'Oceano antartico e che «Non c'era alcuna buona ragione scientifica per ritardare l'istituzione di Amp nel Mare di Ross e nell'East Antarctic quest'anno. L'"‘intercessional meeting" nel 013 deve essere l'ultima parola su tali proposte. Poi il lavoro deve continuare sul resto della rete di Amp Il tempo sta scivolando via».

Intanto i cinesi, come se niente fosse, hanno annunciato ieri che la nave per la ricerca scientifica Xuelong (Dragone della neve) , è salpata dal porto di Guangzhu per una spedizione nell'Antartide. Una crociera di 162 giorni e 27.000 miglia a bordo del rompighiaccio cinese che secondo l'agenzia ufficiale cinese Xinhua dovrebbe permettere al team di scienziati di «Condurre ricerche e valutazioni complete dell'ambiente del continente Antartico così come delle sue acque adiacenti».

Una parte importante della spedizione riguarderà la ricerca di un sito dove impiantare la quarta stazione antartica della Cina e la seconda fase della costruzione della base di Kunlun. E' evidente che la Repubblica popolare cinse è sempre più interessata all'Antartide ed alle sue risorse e questo spiega molto del loro atteggiamento al meeting di Hobart..

Per Farah Obaidullah, di Greenpeace, «Quest'anno, la Ccamlr si è comportata come un'organizzazione della della pesca, invece che come un'organizzazione dedicata alla conservazione delle acque antartiche. Se c'è un barlume di speranza di uscire dalle rovine odierne, è nel raddoppiare l'impegno per la creazione di aree marine protette espresso dallsa la maggior parte dei membri della Ccamlr. La domanda ora è se i Paesi come la Russia, la Cina e l'Ucraina arriveranno al prossimo meeting pronti a rispettare i loro impegni di conservazione».

Anche secondo Gerry Leape, del Pew Environment Group, «Questa è una delusione clamorosa per la salvaguardia e per la scienza del Mare di Ross e dell'Antartide orientale. Nel 2011, i Paesi partecipanti si sono accordati per lavorare insieme per proteggere e conservare la vita marina unica che vive nel mare che circonda l'Antartide. Invece, stanno ritornandosene a casa si è lasciata la porta spalancata alla pesca industriale non selettiva in queste zone speciali».

Fonte: Greenreport

News controllata da: Franco IANNELLO


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