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lunedì 6 agosto 2012

Relitto a Varazze, nave intatta e ricca di storia


Giaceva tranquilla a 100 metri di profondità, ad un paio di chilometri, da un altro relitto più recente, quello della petroliera Haven che aveva inquinato pesantemente le coste del genovese e del ponente savonese. Ma questa è decisamente una scoperta più interessante che apre un nuovo capitolo nella storia della marineria romana e che abbraccia anche quella ligure. Davanti al litorale di Varazze i carabinieri del nucleo sommozzatori, durante una delle loro ispezioni sui fondali marini, utilizzando il robotino “Pluto” hanno individuato una nave romana risalente al I secolo dopo Cristo. “Il relitto – ha sottolineato il tenente colonello Francesco Schilardi, comandante dei sommozzatori dell’Arma – è in buono stato di conservazione. Trasportava generi alimentari: pesce in salamoia, vino, olio ed altri alimenti che venivano scambiati con altri alimenti imbarcati nei porti della Spagna. Gli alimentari era contenuti dentro anfore di tipo “Dressel”, dello stesso tipo di quelle già individuate a bordo di altri relitti già individuati sui fondali liguri”. Sono stati alcuni pescatori a mettere i carabinieri sulle tracce del relitto di Varazze: “Negli anni ’30 vi erano già state delle segnalazioni perché alcune reti dei pescherecci di passaggio erano rimaste impigliate in alcuni dei resti di anfore – dice l’ufficiale dell'Arma – quindi abbiamo iniziato una lunga fase di studio ritendendo che provenissero da un relitto di epoca romana. E’ stato il robotino-subacqueo “Pluto” a guidarci sui fondali fino a farci scoprire l’esatta posizione della nave, nonostante fosse quasi interamente ricoperta da fango”. I carabinieri hanno ora richiesto alla Capitaneria di Porto di vietare la navigazione nell’area affinché venga salvaguardata l’integrità del relitto, ma soprattutto per evitare che sub possano effettuare visite non autorizzare.
Sulle possibilità di recuperare la nave i carabinieri ritengono che quest’operazione debba essere svolta da altri organi. Per la storia della marineria è sicuramente uno dei ritrovamenti più interessanti perché contribuisce a ricostruire i lunghi viaggi nell’Alto Tirreno in epoca romana. Il relitto, ancora oggi, pullula di vita sottomarina: le anfore ammassate le une sulle altre sono ricoperte di spugne colorate e crostacei. Al loro interno trovano riparo una grande quantità pesci tra cui scorfani, mustelle, murene, nonché polpi, ma anche astici. I carabinieri subacquei possiedono una mappatura fotografica dei siti archeologici marini, suddivisa in settori e sono in grado di verificare se vi siano ammanchi o spostamenti di materiale nei relitti.
Già in quell’epoca poi, con il nome "Ad Navalia", Varazze era famosa per i suoi cantieri navali, nonché importante stazione per i rifornimenti delle truppe e il cambio dei corrieri postali. Verso l’anno Mille, dopo le sanguinose invasioni barbariche e la dominazione Longobarda, compare per la prima volta il toponimo "Varazze", con il significato di "paese del varo", a riconfermare la vocazione navale della cittadina.? Ed ecco che gli storici e gli studiosi ritengono possibili il passaggio da Varazze di queste navi romane dirette in altri porti della Liguria e del Mediterraneo occidentale.
Visualizza la galleria sul sito tv.repubblica.it.

Fonte: RSVN.it

News controllata da: Ernesta LA FACE


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