mercoledì 12 novembre 2008
Mattanza di globicefali nelle isole Faroe – Una cruenta tradizione d’abbandonare
Nelle isole Faroe, regione indipendente del Regno della Danimarca anche se situate tra le isole Shetland e l’Islanda, la caccia o mattanza, come viene definita dagli ambientalisti mobilitati a difesa del globicefalo, conosciuto anche come “calderones” oppure balena pilota, è un’usanza che risale intorno al quindicesimo secolo. Una tradizione vissuta come momento di festa ed aggregazione per l’intero villaggio, coinvolto nelle operazioni di approvvigionamento alimentare per i lunghi e freddi mesi invernali.
Tutta la comunità ha diritto alla sua parte di bottino gratuito, nulla viene posto in vendita, pertanto è presente e contribuisce al “lavoro” secondo le proprie possibilità fisiche e condizione sociale, compreso le mamme con i loro bambini.
Un evento decisamente “sanguinario”, non potrebbe essere diversamente quando si “macellano”, come preferiscono definirla gli isolani, centinaia di animali. Forse è arrivato il momento di mettere in discussione questa antica pratica di caccia adeguandola ai tempi moderni. Tra l’altro, con i controlli sanitari oggi disponibili è stato accertato che la carne di questi globicefalo è inquinata da mercurio e pesticidi vari, quindi pericolosa per l’alimentazione umana, tanto da essere sconsigliata per l’alimentazione delle donne incinte.
Purtroppo dobbiamo registrare l’esistenza di altri paesi che mantengono vive tradizioni similari, a volte anche più cruente, su animali a rischio di estinzione, quando la loro uccisione non è indispensabile alla sopravvivenza umana. Troppa violenza e sangue che auspichiamo di non dover più vedere; le foto che pubblichiamo, al solo scopo di ottenere l’attenzione anche dei meno sensibili, sono realisticamente cruente e mostrano quanto l’uomo possa essere sanguinario.
Fonte: Ecologiae
News controllata da: Ernesta LA FACE
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