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martedì 25 novembre 2014

Cambiamenti climatici ed evoluzione del plancton


La capacità del fitoplancton di adattarsi ai cambiamenti dell'ambiente marino causati dal riscaldamento globale è superiore al previsto. L'elevata flessibilità evolutiva di questi organismi è stata dimostrata da un gruppo di biologi del centro di ricerche oceanografiche GEOMAR, emanazione della Helmholtz Gesellschaft, che firmano un articolo su “Nature Climate Change”.

Il fitoplancton è la base della catena alimentare marina, è all'origine di circa la metà della produzione primaria globale di biomassa e ha un ruolo importante nei cicli biogeochimici della Terra. Dato che il riscaldamento dei mari può influire direttamente sulla fisiologia del fitoplancton e sulla sua produttività e alterare gli equilibri ecologici attraverso un'alterazione del livello di acidità degli oceani o una riduzione della disponibilità di nutrienti per gli anelli superiori della catena alimentare marina.
Thorsten Reusch e colleghi hanno il coocolitiforo Emiliania huxleyi, la singola specie di fitoplancton più importante a livello globale per il suo impatto sul ciclo del carbonio. In un esperimento durato un anno, ne hanno studiato l'evoluzione nel corso di 460 generazioni, sottoponendo i campioni – prelevati dalle acque al largo di Bergen, in Norvegia, che hanno una temperatura media di 10 °C - a condizioni ambientali variabili. In particolare, i ricercatori hanno testato i campioni in tre differenti concentrazioni di CO2 disciolta nelle acque e a due temperature,15 °C e Celsius e 26.3 °C, riproducendo cioè possibili scenari futuri, anche estremi.

In queste condizioni Emiliania huxleyi si è evoluta riducendo le proprie dimensioni, per cui ogni cellula aveva un contenuto più basso di carbonio. Tuttavia, le cellule adattate a una temperatura più
alta hanno mostrato un miglior rapporto di produzione di biomassa, con un aumento del 52 per cento del carbonio organico e del 101 per cento di quello inorganico. Considerato l'aumento dei tassi di crescita di queste popolazioni alle temperature più elevate, i ricercatori hanno calcolato che la biomassa complessiva di quel fitoplancton si attesta su valori analoghi a quelli attuali.

Nel modellare gli scenari climatici futuri, osservano Reusch e colleghi, bisognerebbe quindi tenere conto anche dei processi di evoluzione, dato che i fenomeno di adattamento possono modificare la risposta dell'ambiente in modo diverso dalle previsioni.

Fonte: Le Scienze

News controllata da: Franco IANNELLO


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