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  Gli Articoli di Medicina di MondoMarino.net
Ansia e subacquea
di Nicola CADEL

Ogni sub deve imparare a riconoscere e controllare stati eccessivi di ansietà, anche nei compagni d'immersione, visto che potrebbero condurre ad un attacco di panico.
Bassi o moderati livelli di apprensione inducono comportamenti cauti e prudenti, mentre stati di ansia opprimenti o terrorizzanti sono molto pericolosi.

  
Haven
Foto di Mario FONTANA
E che il mare rappresenti una continua fonte di stress viene testimoniato dalle numerose fobie associate all'ambiente marino: Idrofobia (paura dell'acqua), Ittiofobia (paura dei pesci, in specie degli squali: Elasmofobia), Nictofobia (paura del buio), Claustrofobia (paura degli spazi chiusi), Barofobia (paura di venir schiacciati), Pnigofobia (timore di non poter respirare), Fagofobia (timore di venir mangiato vivo), Batifobia (paura della profondità e di annegare), Tanatofobia (paura della morte), Agorafobia (paura degli spazi aperti, paura del "profondo blu").

Parecchie condizioni possono indurre gradi diversi di ansia: malattie come anemie, diabete o stati di ipoglicemia; assunzioni di sostanze voluttuarie o medicinali (caffeina, nicotina, decongestionanti, antiipertensivi) e stress psicologici legati a svariate situazioni familiari, lavorative o ambientali.
Di primaria importanza rimane comunque il singolo atteggiamento psicologico: immaginazione e aspettative improntate al pessimismo e alla preoccupazione possono metterci a rischio addirittura prima che la condizione potenzialmente pericolosa sopraggiunga.
Si instaura una sorta di autoconvincimento negativo, frutto di una voce interna che ci dice continuamente che non possiamo farcela.
Per altro, indirizzare diversamente e in senso positivo questa perseveranza nel comportamento autolesionista, può bastare a risolvere la situazione critica: voglio farcela, posso farcela e ce la farò!

Tra le varie tecniche proposte per ridurre i livelli di ansia e diminuire così il pericolo di attacchi di panico, le tecniche psicologiche sono da preferire a quelle che fanno uso di farmaci (impiramina, propanololo e alprazolam) per le loro scarse controindicazioni.
La piena comprensione di come venga indotta l'ansia permette di stabilire le migliori metodologie terapeutiche, scegliendole tra desensibilizzazione sistematica, terapie implosive, tecniche cognitive-comportamentalie ipnosi.
Ognuna di esse richiede comunque la guida di un terapista esperto.

Il farmaco, quindi, non è la terapia di prima scelta nei disturbi d'ansia: diventa essenziale in caso di insuccesso della psicoterapia o delle tecniche di autorilassamento e come supporto alle terapie psicologiche.
L'Alprazolam si è dimostrato di gran lunga il più efficace e il più tollerato principio attivo per la prevenzione e cura dell'ansia associata o meno a disturbi di panico.

Ovviamente, come tutti i subacquei dovrebbero sapere, una buona respirazione in immersione è di fondamentale importanza per ridurre lo stress e di conseguenza anche l'ansia.


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