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Un mare di stelle

Stampato da: MondoMarino.net
Categoria: Biologia Marina
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Data di Stampa: 29 Aprile 2024 alle 15:41


Topic: Un mare di stelle
Postato da: Alex
soggetto: Un mare di stelle
Postato in data: 30 Settembre 2004 alle 12:46

Un mare di stelle
(Deep di Marzo/Aprile 2002, Fabio BARBIERI, Carlo Nike BIANCHI, Carla MORRI)

Le stelle marine, presenza costante delle nostre immersioni, appartengono alla classe degli Asteroidi e al phylum degli Echinodermi. La più notevole caratteristica morfologica è la simmetria pentaraggiata in fase adulta, che il regno animale aveva abbandonato dopo i celenterati. Le stelle marine, infatti, nella loro forma fondamentale hanno un corpo depresso e pentagonale con solitamente 5 braccia. Le larve, invece, mantengono la simmetria bilaterale. Le stelle marine  hanno un sistema acquifero paragonabile ad un vero e proprio apparato idraulico, che serve per il movimento. Se rovesciamo una stella e la guardiamo dal lato ventrale, notiamo lungo ciascun braccio, un solco denominato solco ambulacrale, da cui sporgono e si possonmo ritrarre dei tubicini detti pedicelli ambulacrali, terminanti con una ventosa e grazie a quali la stella riesce a muoversi. I pedicelli oltre che nella locomozione, sono utili anche nella respirazione, alla sensibilità ed alla presa del cibo; dove a tal fine, secernono una muco adesivo. I solchi ambulacrali conferiscono nella bocca, sita sulla faccia ventrale, mentre l'ano si trova sul corrispondente lato dorsale. Le stelle possono essere detrivore, onnivore, ma nella gran parte dei casi sono carnivore e voraci predatrici, soprattutto di molluschi ed echinodermi. La digestione avviene all'esterno, per esempio estroflettendo lo stomaco attraverso la bocca nelle specie con braccia lunghe. Gli asteroidi hanno un dermascheletro ovvero il loro scheletro, composto da placche caclcaree, è all'interno dello spessore della pelle, appunto nel derma. Le placche ossee che costituiscono lo scheletro non sono saldate tra loro e questo garantisce alle stelle una certa mobilità. All'apice delle braccia vi sono speciali cellule fotoricettrici che di solito appaiono come un punto rossastro. I sessi sono generalmente separati anche se esternamente indistinguibili e la fecondazione avviene esternamente. In molte specie, individui sessualmente maturi tendono a raggrupparsi in modo da avere maggiore probabilità di successo con la fecondazione. Le larve che si originano sono plactoniche e dopo un certo lasso di tempo assumono la caratteristica forma di stella e tendono a cadere sul fondo. In alcune specie dei mari freddi la fase larvale è soppressa ed in questo periodo le uova sono incubate dai genitori. Tra le stelle marine vi è anche la riproduzione asessuata: un individuo si divide e ciascuna parte rigenera la parte mancante, a volte formando le cosidette stelle comete quando da un braccio si rigenera tutto l'individuo. Naturalmente anche alle eventuali amputazioni seguono facili rigenerazioni. La durata della vita delle stelle marine è mediamente 6-7 anni, ma essa dipende dalla dimensione: più è piccola meno tempo vive. La più grossa specie mediterranea è la Marthasterias glacialis o stella spinosa maggiore che raggiunge gli 80 cm di diametro e sui suoi tentacoli vi sono 3 file di spine. Abbiamo poi la stella spinosa minore (Coscinasterias tenuispina) con forma irregolare, dalle 6-9 braccia ed arriva a 20 cm. Le spine dorsali sono disposte in 5 file sulle braccia e sparse sul  resto del corpo. C'è poi la Asterina gibbosa o stella cuscinetto con i suoi 4-6 cm e la forma quasi pentagonale. Vi sono le 3 stelle rosse del mediterraneo, talvolta confuse tra loro: Echinaster sepositus, Hacelia attenuata e Ophidiaster ophidianus. La prima con superfice molto ruvida e dalle 5-7 braccia, può superare i 20 cm di diametro. La stella liscia Hacelia attenuata, ha lunghe braccia cilindrico-coniche leggermente appiattite che si vanno assottigliando verso l'estremità, arriva fino a 30 cm. L'ultima, la stella serpente, arriva fino a 35 cm con le sue braccia cilindriche. Vi sono poi le singolari stelle pettine, chiamate così per la presenza di una serie di aculei, disposti lungo le braccia, come i denti di un pettine. Le stelle mediterranee non sono commestibili e qualche specie tropicale è addirittura tossica.

http://www.mondomarino.net/ricerca/index.asp?view=ico&ncom_opt=contiene&ncom=stella - Guarda le foto su MondoMarino.net



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Ciao
Alex



Risposte:
Postato da: Alex
Postato in data: 26 Novembre 2004 alle 13:11

A tal proposito vi segnalo questo link

http://www.lescienze.it/sixcms/detail.php3?template_id=&id=3346 - http://www.lescienze.it/sixcms/detail.php3?template_id=&id=3346



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Ciao
Alex



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